"Deve esserci un significato nel suo ruggito."
Storie e leggende da 'Destiny'.

lunedì 22 gennaio 2018

CRONACHE DELL'ALVEARE: CAPITOLO III, IL GRANDE DISASTRO

III
IL GRANDE DISASTRO




"La Luna è il luogo dove per la prima volta abbiamo fronteggiato gli orrori dell’Alveare, divenendo presto il campo di battaglia di una grande guerra – che non abbiamo vinto. Negli anni a seguire, l’Alveare ne ha squarciato la superficie, divaricandone gli abissi, che adesso sciamano di orrori."
Grimorio, “Luna”

L’Età dell'Oro
Prima Luce
Nelle ere prima dell’arrivo del Viaggiatore, sappi, eravamo un popolo intelligente, sì, ma privo di guida, di concentrazione, di focalizzazione. Le nostre grandi potenzialità erano come sparse su una grande tavola, della quale non si riusciva a trovare né capo né coda.
Quando giunse l’Epoca d’Oro sai già cosa accadde. Tre le milioni di meraviglie che siamo riusciti a creare, la terraformazione e la colonizzazione dei mondi che penzolavano sospesi dai nostri cieli stellati iniziò.
La Luna. Quante volte i poeti si sono rivolti a lei. Quante volte gli sguardi solitari, felici o tristi, l’hanno incontrata nelle notti stellate. Il nostro occhio silenzioso, la perla del cielo notturno. Gli antichi la veneravano come una triplice dea, guardiana dei segreti della vita e della morte, della fecondità e del buio.
Ed è qui che iniziò tutto, proprio dalla Luna.

“Jun è stata la prima. E poi Luli. Morti orribili. Morti sulle quali la mente non dove soffermarsi e quindi la mia non lo farà, mentre vago per questi tunnel, perso, aspettando che l’ossigeno finisca.”
Frammento di Spettro, “Oceano delle Tempeste #2”

I geologi dell’installazione permanente Prima Luce, situata nell’Oceano delle Tempeste sulla Luna, avevano dapprima rilevato incongruenze nel sottosuolo. Gli strumenti segnalavano dei tunnel di natura geologica, ma c’era qualcos’altro. Le letture andavano confermate, con la massima priorità. Per questo la spedizione si era avventurata in quella che sembrava una fitta rete di canali sotterranei scavati dalla lava che un tempo ribolliva ovunque sulla superficie lunare ancestrale.
Così lo trovano, lì davanti, un segno di qualcosa di impossibile. Il loro cuore batte all’impazzata dentro le tute sigillate, la loro mente corre sulle possibili ipotesi, ma non c’è niente a cui riescono veramente ad aggrapparsi.
Una costola, grande quanto una fusoliera di una nave spaziale di media dimensione. C’era stata vita sulla Luna? Tutto quello che era scritto sui libri era sbagliato. Tutto ciò che sapevano era sbagliato. Ma, più importante, tutto quello che conoscevano fino a quel momento non avrebbe potuto prepararli.
Dei giorni successivi non sappiamo quasi nulla, la registrazione non ha riferimenti temporali. Quel che è certo è che le loro certezze, ormai scosse, crollano davanti alla scoperta che più di ogni altra segna le loro vite.

“Non c’è ritorno a ciò che hai lasciato indietro: una fervida fede nella scienza e nel fondamento razionale dell’universo. Non dopo aver visto i vermi.”
Frammento di Spettro, “Oceano delle Tempeste #2”

Dentro i tunnel, la spedizione scopre una forma di vita mai prima di allora osservata, qualcosa di potente, di enorme e di affamato. Muoiono in due, il terzo riesce a fuggire ma, purtroppo, penetra ancora di più dentro il sottosuolo. Ora, per te è facile immaginare quello di cui ti sto narrando. Ma riesci a immedesimarti in quello scienziato, solo, dentro la sua tuta, sperduto dentro un mondo alieno che pensava familiare, di fronte alla realizzazione che qualcosa di totalmente sconosciuto e mostruoso stava per prendere la sua vita?

“Farà male, mi domando? Quel sonno ultimo, quando arriverà. Il sonno che non è sonno.
Ma ogni cosa qui sulla Luna ha un nome che non la rappresenta. Non ci avete mai fatto caso? Il Mare della Serenità; l’Oceano delle Tempeste; l’Oceano della Pioggia. In qualche modo sembra giusto.

Nei tunnel, invece, abbiamo trovato cose che erano esattamente ciò che sembravano e quindi, adesso, le nominerò per quel che sono. Imprimetele bene nella memoria, se questa registrazione verrà mai trovata:
Il Circolo delle Ossa.
La Sala della Notte.”
Frammento di Spettro, “Oceano delle Tempeste #2”

La registrazione termina con la testimonianza dell'ultimo avvistamento. Questa creature è diversa dai vermi, è più simile all’uomo. Ma non si può ragionare con essa, non si può comunicare. I tre occhi verdi risalgono il tunnel di pietra bianca, artigli raschiano le pareti, il suo verso gracchiante è un grido di agonia e di sofferenza.
Sappi e rifletti... questa è la prima volta che lo sguardo umano si è posato su uno Schiavo dell'Alveare... un'immagine che è rimasta impressa in quegli occhi, fino a che la fredda atmosfera della Luna non glieli ha portati via.



“Tu sei un Cavaliere. Elite di una genia di antichi guerrieri. Temuto nerbo dell’Alveare. Tu hai devastato interi mondi.”
Grimorio, “The Taken: Knight”

L’Età della Città
La Battaglia del Lago Ardente
Quel primo contatto fu forse l’ultimo prima del Collasso. Quando l’Oscurità ha portato via la nostra Epoca d’Oro, ogni cosa fu dimenticata, incluso l’Alveare.
Ma loro erano lì, sulla nostra Luna, che scavavano i loro tunnel, creando le loro celle per le larve, moltiplicandosi, trasformando il nostro fedele satellite in una luna da guerra dell’Alveare, l’arma con cui le orde di Oryx, Savathûn e Xivu Arath hanno invaso e distrutto interi mondi.
Adesso, era il nostro turno.

La Città era giovane, i Guardiani forti e pieni di gloria e voglia di ricostruire. La loro mente era libera da ogni pensiero oscuro. La Battaglia dei Sei Fronti, la Battaglia della Breccia del Crepuscolo… erano state tutte combattute e vinte. I Caduti erano stati ricacciati fuori dalle mura. L’Avanguardia aveva preso in mano le redini del futuro dell’umanità, e le nuove leggende iniziavano già ad essere scritte. I Signori del Ferro, gli ordini dei Titani e degli Stregoni, le leggendarie imprese dei pistoleri Cacciatori.

L’avvistamento di un’anomalia nel Cosmodromo non era cosa da poco. Anche allora, la nostra rete di sensori pur non operativa come oggi, era in grado di rilevare attività sospette. Tutti i nostri apparecchi erano puntati sui Caduti. Nessuno si aspettava l’Alveare.
Una Nave Fecondatrice era precipitata sulle Terre Rugginose. La sua punta infetta aveva penetrato la terra, il suo interno immondo si era riversato fuori. Osservazioni preliminari richiedono immediatamente l’intervento dell’Avanguardia.
I più coraggiosi e forti Guardiani vengono riuniti dall’indomito Shaxx, la cui voce tonante li istiga al combattimento come niente al mondo. In forze, i Guardiani atterrano nelle Terre Rugginose, presso il Lago Ardente, avvolto da una strana nebbia smeraldina.
La calma apparente è oscura. L’aria vibra di tensione, qualcosa sta per accadere. Shaxx serra i ranghi ed evita che i Guardiani si disperdano, nonostante la loro sia principalmente una missione di ricognizione. Sente che qualcosa non va, lo percepisce nell’aria e i suoi sensi di guerriero sono all’erta.
Dai rottami del Cosmodromo emerge una forma. Shaxx chiude gli occhi a fessura. Fuoco verde? Alza il pugno e il plotone si arresta.
Restate uniti! Non abbiamo intelligence al riguardo. Non sappiamo quali siano le loro intenzioni.
Ma poi la nebbia si dirada, lentamente e uno dei Guardiani punta il dito al cielo. Shaxx vede prima le luci, poi l’ombra ciclopica della Nave Fecondatrice, conficcata come un pugnale dentro la loro terra.
La figura in lontananza emerge dall’ombra. Il bagliore verde sono i suoi occhi. I suoi tre occhi.
Qualsiasi cosa sia, è certo che non è umana.
State pronti, dice Shaxx.
La figura alza il braccio e tutti vedono che impugna una spada, che si avvolge di fiamme verdi. Un ruggito squarcia l’aria e la terra si apre, spruzzando fumo nero. Centinaia di corpi chitinosi emergono, le loro urla sono insostenibili.
Cosa diavolo sono!?, urla uno dei Guardiani. Non sparate!, risponde Shaxx, non ancora!
Gli Schiavi caricano.
Sono sempre più vicini.
I loro occhi verdi si possono quasi contare.
Ora!
I Guardiani aprono il fuoco e molti corpi cadono, sfracellandosi, sprizzando fiamme rosse e verdi intorno. Essi non si smembrano come un corpo vivente, come i Caduti. Niente sangue, né umori, né viscere. Le creature, semplicemente, decadono, come se fosse il tempo ad averle consunte e non i proiettili ad averle divelte. 
È un attimo, e gli sono addosso. Le granate a impulsi spazzano la via davanti a loro, creando un varco tra gli Schiavi a pezzi, ma molti passano, balzando e urlando. I Guardiani vengono squarciati da artigli che rilasciano energia ad arco, fulminando l'aria e la carne.
Rigeneratevi e tornate sul campo di battaglia!, ordina Shaxx. Gli Spettri iniziano il transmat e i Guardiani caduti ritornano, più decisi che mai.
La figura in lontananza punta i suoi tre occhi sugli Spettri. Decide di muoversi e dietro di lei altre spade, altri triplici occhi. 
Shaxx aveva sentito una storia... una volta...
Rezyl Azzir, il Primo Guardiano, il grande eroe, aveva combattuto sulla Luna contro una forza simile.

"[...] passi. Pesanti e duri.

Tum.
Tum.
Tum.
Tum.

Rezyl strizzò gli occhi nelle tenebre, mentre caricava un nuovo tamburo nel suo cannone portatile.
Una sagoma prese forma, emergendo dall'abisso.
Un essere possente e massiccio, al cui cospetto il Titano appariva insignificante.
Una spada, simile a una mannaia, delle dimensioni di un uomo, si muoveva nelle sue mani, leggiadra come fosse una piuma.
Il suo corpo era spesso, ornato con ossa - un'armatura vivente che era parte stessa di quella bestia.
Rezyl si fece sfuggire un sospiro.

La creatura avanzava camminando come un uomo aggravato da peccati mai rivelati - lentamente e con esasperazione - eppure il suo passo era lungo e guadagnava terreno con facilità innaturale.
A Rezyl, quell'orrore che si trascinava verso di lui fece riaffiorare alla sua mente l'immagine, imponente di un cavaliere, antico e caduto in disgrazia.

Forse, un tempo, aveva avuto qualcosa di eroico.
Forse, in quella cava uscura, dentro quelle tenebre, un eroe continuava ad esserlo. Anche se devoto a una causa innominabile e sinistra.


Il pensiero intrigò Rezyl."
Grimorio, Leggende "Rezyl Azzir: la caduta trionfante"

Tutti sapevano come finiva quella leggenda. Rezyl sconfigge quel "cavaliere" e ritorna in superficie con l'armatura ricoperta delle sue ossa, come trofeo.
Ma lui non è il leggendario Rezyl e quell'orrore che ha davanti agli occhi non è un mito o una storia da taverna.
I Cavalieri attraversano il varco tra gli schiavi e Shaxx vede la loro statura enorme. La massa è spaventosa, il loro è un esoscheletro chitinoso massiccio, acuminato, nato per incutere terrore, strato per strato, vecchio di eoni e pieno di cicatrici lasciate dal tempo e da altre battaglie. Il titano vede la spada di uno di loro vibrare nell’aria un colpo, lasciando una scia verde. Prima ancora che possa reagire, uno dei Guardiani viene squartato dalla lama. Il suo Spettro inizia il transmat, ma la lama si rialza. Il suo fuoco verde attira la luce.
La Luce!, urla Shaxx.
Lo Spettro si indebolisce, non riesce a riportare in vita il suo Guardiano.
No!
La lama vibra. Lo Spettro si spezza, le sue parti cadono nella polvere. Il suo occhio si spegne, la sua corazza diventa nera.
State lontani da quelle spade!, ordina Shaxx, divorano la nostra luce!
I Cavalieri avanzano, veloci, possenti. La loro armatura è forte, i loro attacchi spietati. Uno a uno, i Guardiani cadono. Uno a uno, i loro Spettri si spengono.
Un cavaliere gli arriva addosso, Shaxx ne afferra la lama con entrambe le mani, ma la forza dell’essere è sovraumana ed egli torreggia su di lui, pur essendo Shaxx il guardiano più imponente di tutti i tempi.
Gli occhi verdi sono a una spanna dal suo casco. Vede i denti che digrignano, poi la bocca oscena si apre e un ruggito grave ne emerge assieme a fumo nero.
Pianta i piedi sul terreno e ricorrendo a tutta la forza che ha in corpo respinge la spada e il suo possessore, che non arretra di un passo, tuttavia. Doveva fare qualcosa, altrimenti quello sarebbe stato il loro ultimo giorno.
Con me… tutti assieme per la Città!
Shaxx ordina il contrattacco.
Il lampo si abbatte davanti a lui e Shaxx piomba come una meteora addosso al nemico, aprendo un cratere e disintegrando ogni cosa nella luce. I fulmini si scatenano tutto attorno all’area di impatto e l’odore di ozono riempie l’aria.
Seguendo il suo esempio, le super abilità vengono scagliate addosso al nemico, una dopo l’altra.
Quando il silenzio cade di nuovo sul Lago Ardente, pochi Guardiani sono ancora in piedi, nessun nemico in vista. Shaxx si avvicina a una delle spade oscure, conficcate sulla terra arsa dalla Luce scatenata poco prima. La spada vibra impercettibilmente al suo tocco. La lama è fredda, più del normale. Si può dire molto su Shaxx e molto si è detto, come sai, ma non che sia impressionabile. Ed è per questo che gli credo quando nel suo rapporto scrive che gli è parso di sentire una voce, un sussurro, al tocco della lama. Forse era un nome, che non ricorda bene, perché la sua mente era obnubilata dalla presenza di quell’arma oscura.
La spada, sibilando, si dissolve nell’aria.

Devo avvisare l’Avanguardia, pensa Shaxx, devono sapere.





"Questa bruciatura viene da un fucile Cabal. Quest’altra è una lama stordente. E questa… ah, questa, sì. Quella volta che Wei Ning mi ha abbracciato.”
Sconosciuto, Estratto da “Spearhead Type 0”

“Se vuoi vedere il prossimo giorno, non osare sfidarmi oggi.”
Wei Ning
La nostra storia, sappi, è scritta sia da demoni che da eroi. E quando questo avviene, le emozioni che ne scaturiscono diventano eterne. Questi sono fatti che devono e rimarranno nella Storia, ma non solo nelle leggende, ma nella fabbrica stessa del nostro essere, le radici della nostra civiltà. E della loro.
 Uno di questi grandi eroi era Wei Ning, la Guardiana che ha osato colpire Crota per prima e con le sue nude mani. Molto di quello che sappiamo di Wei lo dobbiamo a un’altra leggenda, la sua inseparabile compagna Eriana-3.

“Più di ogni altra cosa, odio che il ricordo di noi sarà per sempre legato alla tragedia. Non è giusto. Io personalmente riservo questa definizione al mostro che ti ha portata via da me. Ma lo so, a te non piacerebbe. Tu, che eri sempre piena di spirito e di risa.”
Eriana-3, Estratto da “Vendetta di Eriana”, jumpship.

Wei era una titanide. La sua potenza era leggendaria, quasi quanto la sua scelta di come veicolarla. Era infatti nota nel Crogiolo per i suoi possenti pugni. Tu prenderesti a pugni il mondo, le disse una volta Eriana, e molto probabilmente inclineresti l’asse terrestre. Wei rideva e con quello sguardo di sfida aggiungeva che sì, una volta ci aveva provato. E cosa era successo? Non lo so, lei rispose, ma hai notato che adesso gli inverni durano più a lungo?

“Tattica, dici? Pff… usa la tua testa. Dico sul serio. Letteralmente, dà loro una bella testata”
Wei Ning, Estratto da Mangonel Type 2, armatura

Wei disprezzava l’uso di armi che non fossero attaccate alle sue braccia. Per lei la vera forza era veicolata dal corpo, attraverso il quale la Luce fluiva. A distanza ravvicinata, come spesso dice il grande Zavala, niente batte un pugno di un titano.

“Wei Ning colpì la montagna con il suo pugno. La montagna si mosse. Un impercettibile tremore, ma sufficiente per convincerla a colpirla di nuovo.
Sono solamente gelosi del fatto che tu continui a vincere senza usare armi” Il suo Spettro danzò intorno al suo pugno “Ecco perché dicono queste cose. Pura gelosia. Vedrai”. 
Ning grugnì, spaccando il granito, “un giorno di questi perderanno le loro armi intelligenti e le loro navi sfavillanti e si pentiranno di non avermi ascoltata” C’è solo un’arma sulla quale potrai sempre contare, ed è la tua mano”.
Wei Ning, Estratto da “Leone Ruggente”, lanciagranate

Quando il nemico vedeva arrivare Wei all’orizzonte, che fosse un Guardiano nel Crogiolo o un Caduto o qualsiasi altra cosa, sapeva che non ci sarebbe stato scampo. La sua livrea, l’armatura del Leone Combattente, la rappresentava come poche regalia hanno rappresentato i Guardiani: Wei era una leonessa. Il suo coraggio era leggendario come la sua forza. Aveva portato avanti le imprese più folli prima di incontrare Eriana. Era stata colei che aveva dato inizio alla tradizione del Fuoco Vittorioso, accendendo un fuoco perpetuo sulla Piazza dei Tagliafuoco, che da sempre incarna lo spirito indomito dei Guardiani, e dato vita a un’intera istituzione che ne preserva la fiamma costantemente: l’Ordine dei Tagliafuoco

Niente era meglio, però, di ascoltare di quelle medesime imprese da lei, in una notte di baldoria nelle taverne della Torre. Tra una bevuta e l’altra, la notte si riempiva di risate roboanti, mentre la voce tonante di Wei affrescava la scena di questo o quell’altro sterminio di Caduti operato dai suoi Pugni della Distruzione. Saint-14 può aver usato la testa, diceva, ma questo perché non ha mai incontrato due kell assieme. Lì ti servono due mani.


Fu durante una di quelle sere che incontrò Eriana-3
Eriana è sempre stato uno spirito solitario, un animo bruciato da una sete di cui lei non conosceva la natura. Non aveva mai legato con nessuno tra i Guardiani attorno a lei. Dicono che gli Exo sono solitari, che la loro natura da eremiti è dovuta alle memorie perdute del passato. Forse è vero. Pensaci, un tempo erano umani e la cupidigia degli uomini li aveva strappati alle loro vite e relegati dentro le fredde membra di una macchina.
Così, una di quelle sere di bevute solitarie, le strade di Eriana e Wei si incrociarono. E, sappi, non c'è una storia migliore della loro per parlare dell'amicizia fraterna che può nascere tra due Guardiani, compagni di battaglie e di imprese leggendarie, ma anche persone come te e me.

“Il nostro primo incontro, nel saloon della Torre. Le tue risate facevano tintinnare i bicchieri. Hai comprato tre giri per l’intero locale. Pahanin ci ha presentati. Ti sei seduta accanto a me e ti sei messa a fare ridicole domande sulla Trance della Tempesta. Tutte cose che, di norma, mi avrebbero solo infastidito. Ma quella notte – solo perché eri tu – seppi che non avrei mai voluto passarne un’altra senza di te.”

Eriana-3, Estratto da “Vendetta di Eriana”, jumpship

L’amicizia tra Wei ed Eriana divenne leggendaria. Inseparabili, vissero molte avventure, lanciandosi in assalti disperati, sfidando la seconda morte nelle più pericolose missioni del protocollo Cala la Notte. E ne emersero sempre vittoriose. I Caduti impararono a temerle e a fuggire se il grido di battaglia di Wei riempiva l’aria.
Pahanin, un altro Guardiano leggendario, tremava solo al pensiero di ciò che gli avrebbero raccontato ogni volta che tornavano. Persino il famigerato Toland apprezzava la spontaneità di Wei Ning.

"Così chiesi a Wei Ning: e allora, l’Oscurità? Che ne dici?” E lei mi rispose: “Prenderò a pugni anche quella.”
Pahanin Errata, Estratto da “Molniya Type 0”, armatura

Fu proprio per il suo coraggio e la sua volontà di essere sempre in prima linea, che Wei fu una dei primi Guardiani ad accogliere l’appello dell’Avanguardia. Si diceva stessero pianificando un raid sulla Luna. Una forza ostile, sconosciuta, aveva creato un avamposto lassù ed era arrivato il momento di snidarle.
Quella scelta, lo seppe solo in seguito, fu la più importante della sua vita.




“Quando la profonda tenebra si chiude su di noi, allora saremo le ultime luci rimaste.”
Wei Ning, “Light of the Great Prism”, armatura

Il giorno in cui volevamo riprenderci la Luna
L’incursione

“Nuovo ordine del giorno… la crescita delle fonderie della Città…”

[si ode uno schianto]

“Quale follia è mai questa!”
“Lord Shaxx! Il Consenso non ha…”
“Siamo a malapena usciti vittoriosi al Lago Ardente. E adesso credete di essere pronti ad attaccare la Luna?”
“Stiamo preparando…”
“Ma avete letto il mio rapporto sul Lago Ardente? Sulle armi di questo… Alveare? Quelle spade… non abbiamo mai affrontato nulla del genere e…”
“Lord Shaxx…”
“Zavala! Non venirmi a dire che pensi sia saggio! Dobbiamo esaminare quelle spade. Dobbiamo addestrarci a combatterle…”
“Questa adesso è una questione in mano al Consenso, la decisione non spetta più a noi, vecchio mio.”
Grimorio, “Raze Lighter (Sputafuoco)”

Nonostante l’opposizione ferrea  di Shaxx e i dubbi di Zavala, il Consenso decide di attaccare la Luna, lanciando un’incursione con migliaia di Guardiani. Se la forza che si stava ammassando sulla luna era anche solo paragonabile a ciò che avevano visto accadere al Lago Ardente, allora bisognava agire subito.
Sappiamo tutti come è finita questa storia, ma… chi poteva immaginare all’epoca? Oggi ci si divide nello schierarsi, tra Shaxx e il Consenso. Forse il maestro del Crogiolo aveva visto chiaramente cosa poteva accadere nel fuoco verde di quelle spade, cogliendo un futuro molto probabile. Ma chi può biasimare la scelta del Consenso e il supporto dell’Avanguardia? Se esisteva un nemico così potente lassù, così vicino alla Città, bisognava attaccare o quanto meno stabilire l’entità della forza di invasione. Forse non c’è una parte giusta e una sbagliata in questa storia… perché per noi è facile giudicare.

Wei Ning accoglie la chiamata con entusiasmo. Chi ne avrebbe mai dubitato? È lei a convincere una dubbiosa Eriana a partecipare. Anche Pahanin era stato quasi sul punto di accettare, trascinato dall’entusiasmo di Wei. Ma il guardiano aveva visto qualcosa di terribile in passato… qualcosa che lo aveva fatto diventare timoroso e paranoico. Wei sapeva che aveva perso il suo fireteam in un’incursione contro i Vex, quindi non insiste.
Eriana… lei invece accetta. Non era mai riuscita a dire di no a Wei. Ma voglio rimanere nella retroguardia, dice, perché io temo che tutta questa storia sia solamente una trappola. Hai mai riflettuto che le forze di invasione al Lago Ardente fossero magari degli scout? Io penso che fosse una missione di ricognizione, per stabilire la nostra forza. Erano lì per noi, Wei. Questa storia mi puzza di trappola, ti dico. Per questo resteremo indietro, per parare le spalle al distaccamento.
Wei sminuisce le paure dell’amica. Quando saremo sulla Luna, dice, vedrai se non ti tornerà la voglia di combattere. Trappola o meno, ridurremo in briciole queste creature che hanno osato sfidarci. Questa è la nostra casa… di tutte le stelle nell’universo, hanno scelto quella sbagliata.

La forza d’incursione raggiunse la Luna durante la notte, per poter sfruttare meglio la visibilità che sarebbe stata limitata dal sole accecante del giorno, non ostruito da alcuna atmosfera. Fecero transmat sul Mare Imbrium, a migliaia, divisi in piccole cellule, i fireteam. Wei Ning era a capo di una squadra molto grande. La sua fama la precedeva e tutti sapevano che quel fireteam sarebbe stato il primo a penetrare le difese nemiche. Come un cuneo, la testa di un fulmine, Wei si sarebbe lanciata verso la distruzione dell’opposizione. L’Oscurità avrebbe tremato di fronte al suo coraggio.

“La mia seconda morte fu terrificante. Ma mi alzai e il cielo notturno luccicava sopra la mia testa e la creatura che mi aveva ucciso mi fissava, pietrificata… e così scoppiai a ridere. Immortale! Io! Posso fare qualsiasi cosa! Così mi lanciai contro di lui. Se il mio corpo non poteva essere spezzato, allora sarebbe stata la mia più potente arma, che non si sarebbe mai inceppata, che non avrebbe mai avuto bisogno di essere affilata. Ogni pugno e ogni carica e ogni calcio avrebbero affilato invece la mia abilità. Ho insegnato agli Assaltatori questa verità. La più rapida e sicura via perché un Guardiano raggiunga la vittoria è quella di correre a testa bassa verso il pericolo.
Sii impavido. Tu sei il fulmine… e il tuono dopo di esso.”
Udito con la voce di Wei Ning, trascritto dalle forme di luce nella Foresta Oscura.

Sappi che la Battaglia del Lago Ardente era stata una semplice scaramuccia. L’umanità non aveva ancora incontrato il vero terrore. Ricorda la storia di Oryx, ricorda i popoli soggiogati, sottomessi o distrutti – “corretti” come vorrebbe la Logica della Spada. Non c’è niente che possa resistere all’imperterrito avanzare dell’oscurità che l’Alveare pone in cima alle sue armate. È un’onda nera che inghiotte tutto.
Così, non appena messo piede nelle grigie piane silicee del Mare Imbrium, subito essi percepiscono un boato. È come un rombo grave, che cresce fino a diventare… cosa? Un ruggito? Ma viene da ogni parte, come se la stessa roccia biancastra della Luna gridasse, dalle profondità della terra. Le sue viscere si stanno contorcendo e lamentando. Le sue interiora eruttano fiamme verdi.
I Guardiani serrano i ranghi, puntando le armi tutto intorno, in ogni direzione. Wei sente pulsare qualcosa… la rabbia interiore forse, la forza che vuole esplodere. Dove siete?, sussurra dentro il suo elmo dalla foggia di leone, uscite fuori e affrontatemi. Sono qui!
L’orda è dapprima una macchia scura sulla superficie bianca. Pian piano diventa un mare di piccole luci verdi. Le urla agghiaccianti lacerano l’aria dentro gli elmi dei Guardiani e molti sono costretti a disattivare le comunicazioni.
Cosa… cosa diavolo siete!?
Le armi iniziano a far fuoco e una pioggia di morte investe l’orda. I loro corpi si frammentano, si spappolano come carta e gesso. Fiamme verdi escono dalle loro membra aperte e si estinguono verso il cielo. Sono così deboli, dunque?
Ma la loro forza non è nel singolo… ma nel numero.
Continuano ad arrivare!, si rende conto Wei, fuoco!
Fuoco!
La massa scura scende dalle colline di sabbia. Emerge dalle rovine dell’Epoca d’Oro. Erutta dalle fessure sulla roccia, che pulsano di onde verdi. I Guardiani sono circondati. Si sentono le voci dei primi caduti. Gli artigli sprizzano lampi ad arco. I lampi avvolgono gli Spettri, che non riescono a riportare in vita i loro Guardiani.
D’accordo, basta perdere tempo.
Wei è la prima. La sua forma si stacca da terra, librandosi con la stessa potenza di una coda di Ahmkahara che vibra in cielo, mentre il drago vola.
Sii impavida.
Tu sei il fulmine!
La sottile atmosfera della Luna vibra d’energia e poi un lampo blu: un fulmine schiocca e poi ruggisce, bruciando la sabbia e trasformandola in vetro. Ma non è un fulmine che si è scagliato contro quei mostri… perché non esistono nuvole sulla Luna. È Wei. La sua aura folgora le membra delle creature urlanti, polverizzandole. Inizia a correre, radendo al suolo la roccia e spazzando qualunque cosa davanti.
Gli altri Assaltatori seguono il suo esempio. E poi i Camminatori del Vuoto. E poi le Pistole d’Oro, che iniziano a cantare la loro canzone di morte e fuoco. I colpi risuonano nella sottile atmosfera lunare, riecheggiando sulle pareti delle basi dell’Età dell’Oro.
Il Mare Imbrium viene spazzato dalla forza devastante della Luce, in ogni direzione.
Wei urla di gioia, mentre la sua forza crea l’apocalisse tra i suoi nemici.
PIU’ VICINO.
Cosa è stato?, pensa lei. Sembrava una voce, ma era più simile a un grave sussurro, come il soffio di un vulcano.
Davanti a lei un muro di fuoco verde. I suoi occhi si riempiono di quella luce.
La luce… stride… urla!
PIU’ VICINO.
Il distaccamento di Guardiani la raggiunge, creando uno sbarramento. Nessuno sa cosa fare. Tutti tranne Wei. Lei stringe i suoi pugni e inizia a incanalare la sua Luce.
Mostrati!, urla al muro di fuoco verde.
Un’ombra immensa si erge, dietro le fiamme, accompagnata da anime urlanti che fuggono verso il cielo. L’ombra continua ad alzarsi, sembra non finire mai.
Wei adesso guarda verso le stelle.
Una lama ciclopica emerge dal fuoco verde.
Mille lame emergono più in basso, accompagnate ognuna da tre luci vibranti.
Qualunque cosa tu sia, urla Wei, sappi che oggi è il giorno della tua morte!
Ma Wei e tutti gli altri sono paralizzati. Mai nessuno di loro aveva udito un suono così forte, dirompente, terribile… dentro la loro testa, forse anche fuori. È come se distruggesse le particelle di luce dentro di loro, disintegrandole, come se invocasse una disperazione profonda. Quel suono terribile, peggiore di mille urla e di un’esplosione nella notte, era solamente un sussurro:
IO NON POSSO MORIRE.

Wei stringe i pugni.



“Per Wei. Mi dispiace.”
Frammento di Spettro, “Hellmouth #2”

"Sarò l’ultima luce che essi vedranno."
Eriana-3
Come membro dell’Ordine del Fuoco Prassico, Eriana-3 è sempre stata una Strega esemplare. Il rigido codice dell’ordine si applica a lei come un guanto su una mano. La direttiva primaria era applicare la conoscenza per distruggere il nemico, eradicarlo. Non fare ricerche su di esso, non conoscerlo meglio e nemmeno speculare o disquisire di filosofia alla luce delle lampade a olio nelle stanze dell’ordine sulla Torre. Bisognava applicare la metodica idea dell’eradicazione.
Qualche volta, seppur amaramente, il Fuoco Prassico veniva paragonato all’ostinazione propria di organizzazioni simili di altre classi… quelle dei Titani.
Sarà per questo che mi trovo così bene con te, rifletteva Eriana, pensando a Wei.
La sua vita solitaria e meditabonda era finita il giorno che aveva incontrato la sua amica Wei. Eris, una sua compagna di studi, aveva spesso sottolineato quanto le loro due differenze fossero in realtà complementari. È così che funziona la Luce, diceva, colmando i vuoti lasciati dall’Oscurità. Una Strega rigida e inflessibile e una Titanide che ama spaccare le cose, diceva invece Wei, che cosa non possono compiere insieme queste due forze inarrestabili della natura?
Wei aveva colmato il vuoto interiore di Eriana in un modo che non avrebbe mai potuto immaginare. Da Exo qual era, la sua memoria era stata cancellata per tre volte, come il numero accanto al suo nome ricordava. Tra gli angoli bui della sua mente, nei settori morti tra uno spazio formattato e l’altro, forse c’erano ancora un pugno di ricordi, fantasmi di un mondo svanito. Era stata felice nelle altre vite? Aveva avuto una famiglia? Eriana rifletteva… sapeva che non avrebbe dovuto farlo ma continuava. Forse anche lei era stata un’umana un tempo, infusa poi dentro la macchina. Non lo potrà mai sapere. Quando era tornata come Guardiana, gli ulteriori brandelli di memoria rimasti furono spazzati via, perché la sua prima morte aveva inghiottito le sue vite precedenti nell’oblio.
Per questo, per lei, era importante aver trovato Wei. Adesso quelle domande non avevano più senso.

Eriana ripensava a tutto questo, mentre l’avamposto creato sulla Luna veniva attaccato con una violenza inaudita. Il loro compito era tenere le retrovie, mentre l’avanguardia attaccava pesantemente al fronte. Il fronte… dove c’era Wei.
Avevano sottovalutato il pericolo. Le forze dell’Oscurità stesse animavano quei demoni terrificanti. La loro Luce non riusciva a contrastarli. E sì, Eriana aveva ragione.
Questa è una forza di invasione, pensò, e stanno per venire a prenderci.
Nella foga della battaglia, Eriana aveva sconfitto con il suo fireteam un gruppo di quelli che ormai venivano chiamati da tutti “Cavalieri”. Aveva assistito sgomenta quando, con le loro spade avvolte da fiamme verdi e nere, avevano spaccato in due gli Spettri dei Guardiani che avevano osato contrastarli. Ucciderli è stata l’impresa più ardua della sua vita.
Ma Eriana aveva fatto di più. Contravvenendo a ogni regola dell’Ordine del Fuoco Prassico, aveva preso una prigioniera. Il comandante nemico, una forma di vita diversa, fluttuante e in grado di sprigionare oscura energia.

“Il mio nome è Eriana-3, discepola dell’Ordine degli Stregoni del Fuoco Prassico, marchiata dal Sigillo del Cormorano. Siamo giunti fin qui sotto un unico stendardo, uniti in un’armata di migliaia, per reclamare la Luna. Ma la battaglia volge contro di noi. Ho preso una prigioniera e questa è la registrazione della sua interrogazione. Se a vostro giudizio ho trasgredito, vi chiedo perdono.”
Eriana-3, Frammento di Spettro, “Warlock #2”

Cosa sei tu?, chiede Eriana alla creatura. Essa non risponde.
Chi è il vostro comandante?, nessuna risposta.
Eriana dà un’occhiata ad Eris, la sua ex compagna di studi, che l’aveva seguita sulla Luna per l’impresa. Eris materializzò dall’aria un bastone di luce, che iniziò a sprigionare lampi che frizzavano nell’aria. Avvicinò il bastone al volto della prigioniera, tra i fumi neri e le catene che la imprigionavano. Le sue urla erano insopportabili.
Reagisce al dolore, dice, sta urlando un nome. È dentro la mia mente!
COLUI CHE BRANDISCE LA SPADA. IL DIVORATORE DELLA SPERANZA. IL PRINCIPE DELL’ALVEARE!
CROTA!
CROTA!
CROTA!
Eriana emette un rantolo di dolore quando quel nome cerca di penetrarle i circuiti.
Devo bruciarla ancora?, dice Eris.
No, no! Devo raggiungere la sua mente. Spettro, ho bisogno del tuo aiuto.
Sì… sì… dimmi… il tuo nome… sei una maliarda, è così che ti chiamano. Sei vecchia… antica. Godi del tuo potere oscuro… ma dimmi… sei in grado di gioire se spezzo parte della tua mente? No… forse no… e allora parla.
Parla!
Dimmi come posso uccidere questo Crota.
Gli occhi di Eriana si socchiudono a fessura, mentre piomba nel silenzio. Eris comprende… sta viaggiando dentro i pensieri oscuri della maliarda. Le sta facendo vedere qualcosa, forse quello che vuole vedere.
Il mondo del trono…, dice Eriana, del suo trono! Dove… dove si trova questo mondo del crepuscolo sotto l’occhio della stella morta di Crota?
Ma poi Eriana scatta in piedi, gli occhi luminosi spalancati, sbattendo la schiena contro il muro. Porta le mani al viso.
Cosa… cosa è successo? Che cosa hai visto?, chiede ansiosa Eris.
Eriana aveva ripreso il suo solito aspetto di ghiaccio da Exo, o meglio, il distacco del Fuoco Prassico. I pugni chiusi ricadono sui fianchi, lentamente, come se fosse un corpo morto.
Ho… visto…
La sua bocca si muove, ma la voce è distante, come se stesse parlando da un’altra dimensione.
Ho visto Wei Ning.
Eris si avvicina a lei, prendendole le spalle tra le mani.
Ho visto Wei Ning infilzata sulla spada di Crota. Il suo corpo lotta, ma è troppo tardi. Lui la fa scivolare via, poi la prende in una mano e la stritola. L’altra mano indica il suo Spettro. Il fuoco verde… misericordia! Il fuoco verde… avvolge lo Spettro. Lo schiaccia. Lo modella. Diventa una lama, appuntita come un pugnale.
Con quella finisce Wei, conficcandogliela dentro.
La uccide con il suo stesso Spettro e poi la spezza.
Eris indietreggia, scuotendo la testa.
No… Wei…
Ma i LED blu degli occhi di Eriana puntano Eris, decisi.
Non è solo Wei, Eris.
Tutti.
Sono morti tutti.
La maliarda sibila, mentre cerca di liberarsi dalle catene. Eris corre alla radio.
Crota… è arrivato. Migliaia di Cavalieri stanno invadendo il Mare Imbrium. Non capisco Eriana… dicono che il cielo è diventato fuoco verde. Dicono che i Guardiani stanno cadendo a migliaia… sotto una spada che divora la loro Luce! Dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo…

“Uccidi la maliarda. Spargi le sue ceneri. Non ha niente da offrirci, solo bugie.
Prendi il tuo astore. Noi abbiamo la Luce e la furia. Basteranno.”
Eriana-3, Frammento di Spettro, “Warlock #2”

Mentre corrono fuori, tra le urla e i suoni stridenti dell’assalto dell’Alveare, Eriana pensa all’amica che non c’era più.

Sii impavida, le sussurra, perché tu sei il fulmine… e il tuono dopo di esso.

CRONACHE DELL'ALVEARE: CAPITOLO II, GENESI

II
GENESI


“Io non posso morire.”
Trascritto del sussurro udito nella missione “Il Risveglio”

Figli
Il Divoratore della Speranza: Crota, il figlio di Oryx


"A volte mi domando se io non sia un nichilista. Non faccio altro che distruggere. L’unico modo per creare qualcosa di buono è creare qualcosa che non può essere distrutto. E l’unico modo di fare ciò è distruggere ogni cosa. Sono compiaciuto del fatto che l’universo funzioni attraverso la morte. È meraviglioso avere questa conoscenza.”
Verso 4:4

Sappi che così iniziano tutte le storie, con una premessa, con la leggenda dei padri e delle loro imprese, che ricadono sui figli, come maledizioni a volte.
La fame che guida il sovrano dell’Alveare lo porta ad evadere i confini dello spazio conosciuto: egli conquista mondi su mondi in nome dell’Abisso, facendo crescere le proprie fila.
All’apice del suo potere, Oryx ha bisogno di un campione che guidi e ispiri l’Alveare come farebbe egli stesso e che sia parte di sé stesso. Non si fida dei fratelli, che più volte l’hanno tradito. Infine, durante il dialogo con l’Abisso, egli si rende conto che forse è diventato un nichilista. La sua fame l’ha portato a distruggere ogni cosa. Dal momento in cui ritorna dalla morte e uccide Akka, diventando Oryx, qualcosa è cambiato in lui, per sempre.
Era giunto il tempo di creare qualcosa.

"La tua vita sarà una battaglia; conquisterai il tuo posto nella Somma Guerra. Io non ti darò nulla... eccetto la tua prima spada e il nome che ho preparato per te."
Verso 4:4


Egli genera la sua prole e questa brilla nel figlio, che nomina l’erede del Trono d’Osmio, e gli dona una spada in grado di distruggere gli stessi dei dell’Alveare. Così gli parla nel momento del suo arrivo.

"Combattiamo una guerra contro le false speranze. Crota, inseguiamo un dio chiamato il Viaggiatore, una divinità falsa che attira vita giovane, spingendola a costruirgli dimore in suo onore. Le loro mura non sono sicure, perché non possono reggere contro il mio Alveare. E quelle case sono trappole – perché conducono la giovane vita lontana dalla lama e dalla zanna, che sono i veicoli della sopravvivenza e dell’ascensione. [...] Per questo ti nomino quindi Crota, il Divoratore della Speranza.”
Verso 4:6

Con il principe-dio Crota al suo fianco, Oryx pensa di essere invincibile. Crota è il più grande tra i campioni dell’Alveare. Sua è la lama più potente dopo la Spezzavolontà del padre. È il condottiero che tutti avrebbero seguito, alla conquista di lune, mondi e soli. Sotto il suo spietato tallone sarebbe stata schiacciata ogni resistenza della luce, finché il Viaggiatore non sarebbe stato trovato e corrotto, ridotto all’oscurità, al dialogo eterno con l’Abisso.

Assieme a Crota, Oryx crea anche le sue due sorelle gemelle, Ir Halak e Ir Anûk, scisse dallo stesso colpo di taglio della Spezzavolontà del padre, che recide in due parti perfette la stessa larva. Laddove Crota è la forza bruta, il lungo braccio del padre incarnato, le due sorelle sono invece un’estensione della sua mente, affamate di conoscenza e ribollenti di tagliente intelligenza.

Il destino è tuttavia beffardo con la prole del Re dei Corrotti.
Savathûn e Xivu Arath hanno sempre cercato di minare l’autorità di Oryx, a volte per dovere, altre per noia. Savathûn in particolare, sfrutta l’arroganza del giovane Crota, spingendolo sperimentare con i poteri del padre. Crota usa la sua spada per creare una ferita nel tessuto spazio-temporale, e ne ammira i risultati. Ma una razza come nessun’altra prima incontrata, trova quel condotto nel tempo e nello spazio e vi si avventura. Dalla fessura emergono i Vex.
L’Alveare non ha mai fronteggiato la sconfitta e non ha mai conosciuto qualcosa più forte della Logica della Spada. I Vex sono spietati: essi non conoscono la stanchezza, non conoscono requie. I loro meccanismi continuano a muoversi, anche dopo essere stati distrutti. I loro pesanti passi calpestano la terra fino a che non vengono disintegrati. La loro volontà non conosce fine. Nemmeno oggi, sappi, abbiamo mai del tutto compreso cosa i Vex stessero originariamente cercando e da cosa si siano originati in principio. Il loro mistero è forse più grande di quello dell’Abisso stesso, la loro logica completamente differente dalla nostra, le loro origini, si dice, ancora più lontane di quelle dell’Alveare e forse dei Vermi stessi, perché essi sono creature senza tempo, che vivono al di fuori del nostro continuum, non possiedono un aspetto dell’esistenza lineare.
Forse ci siamo rassegnati al fatto che non li comprenderemo mai.

I Vex invadono il reame ascendente di Oryx, seminando morte e distruzione. Quale meraviglia si trovarono dinnanzi quando incontrarono la Logica della Spada! Affascinante, generatrice di poteri incredibili, forze paracausali, fisica sconosciuta, sfugge a ogni tentativo di catalogazione. E tutto ciò che i Vex trovano sconosciuto e affascinante, essi lo dissezionano, lo smantellano, lo simulano, lo studiano e lo replicano.

Per cento anni l’Alveare rimane bloccato in uno scontro senza quartiere con i Vex.
Quando le macchine invadono il reame ascendente, non riescono a sopraffare le forze sovrannaturali dell’Alveare. Le sorelle di Crota creano i totem distruttori per fronteggiare la minaccia Vex e impedire che essi si raggruppino in grande numero, temendo che il padre, Oryx, divorerà la loro anima una volta scoperto quel disastro.
Quando sono, invece, le forze dell’Alveare a penetrare nel mondo dei Vex, non riescono a vincere l’incredibile furia e violenza che gli viene scagliata addosso, la tenacia delle macchine, fredda e inarrestabile.
I Vex non riescono a capire il modo in cui l’Alveare produce il suo potere. In questa impasse, le macchine producono Quria, la Trasmutazione della Lama, una mente Vex in grado di comprendere la Logica della Spada e il suo sistema di sudditanza e adorazione, fondato sui tributi di morte e sul culto religioso.

“Devo uccidere ogni cosa – comprese Quria – e così otterrò il potere.”
Verso 4:9


Riescono così a riprodurre il potere paracausale donato dall’Abisso agli Alveare ascendenti, creando dei droidi con l’abilità di venerare i Vermi. Riproducendo una situazione ontopatogenetica, Quria è in grado di appropriarsi del potere dell’Alveare, infettando a livello metafisico la vita per commutarla alla sua volontà – quasi analogamente a ciò che Oryx riusciva a compiere tramite la corruzione.
Uno dei Vermi, Eir, avvisa Oryx di ciò che sta accadendo e gli intima di porre ordine nel suo reame. Egli scende in campo direttamente per sconfiggere l’insolenza eretica dei Vex. Spiega le armate nel suo reame ascendente e spazza via l’opposizione, corrompendo numerosi Vex e rendendoli suoi schiavi, rivoltandoli contro le forze di Quria che, tuttavia, gli sfugge.

Prima di sigillare il portale dei Vex, Oryx punisce il figlio per la sua avventatezza. Se devi essere degno del trono di Osmio, gli dice, dovrai lottare e farti strada tra queste creature scellerate. Torna vittorioso da me, Crota, e sarai di nuovo degno della mia attenzione.
Crota viene scagliato dentro il portale ed esso sigillato con la Spezzavolontà.
Crota diventerà leggenda, distruggendo mondi e schiavizzando civiltà intere. Costruirà templi in onore del padre e finalmente comprenderà il piano e la mente di Oryx. Imparando dai propri errori e crescendo in possanza e astuzia, Crota sfiderà i Vex. Questi lo catalogheranno nei loro database come calamità inarrestabile, che necessita ulteriori studi per essere compresa del tutto.
Ogni sua simulazione lo trova vincitore.
Evitarlo è imperativo.

Il Re dei Corrotti riflette su ciò che è successo. Sa che Savathûn è dietro quella folle guerra. Ma forse deve ringraziarla. Non ho mai incontrato nemici come questi, riflette, così forti e instancabili. Sono quasi riusciti a sfruttare la Logica della Spada a loro vantaggio. Sono degli avversari degni e temibili ma non riesco a comprenderli. La natura delle loro azioni è oscura e mi sfugge la loro capacità di reazione. Oh… e io non tollero ciò che non comprendo… mi costerna. Devo saperne di più. Dovrò riflettere su tutto ciò.

“Egli chiamò Savathûn per incontrarla nel mondo materiale. Lei gli disse che i Vex lavoravano senza riposo per comprendere ogni cosa, così che possano creare una condizione di vittoria per ogni possibile stato conclusivo dell’universo.

“ ‘Quindi devo essere un re migliore’ disse Oryx. ‘Se loro vogliono creare un imperatore per ogni esito, sarò quindi il re per uno solo di questi. Seguirò l’Abisso ovunque esso vada e documenterò il suo potere. Creiamo un catalogo delle tombe dei mondi, che sarà così la nostra mappa per la vittoria.”
Verso 4:10



“Se potessimo separare le nostre morti da noi stessi e occultarle, saremmo molto difficili da uccidere.”
Verso 4:8

Figli
Ir Halak e Ir Anûk, la Superanima e la Dreadnaught

Ir Halak e Ir Anûk sono dotate di immensa sapienza, forse quanto la loro stessa zia Savathûn, l’Astuta. Le sorelle partoriscono una delle più grandi armi dell’Alveare, dei suoi membri ascendenti.
È il concetto della Superanima. Adesso ascolta, e dimmi se non trovi la cosa intrigante. Dimmi se non pensi anche tu che sia una mossa che non puoi aspettarti, a cui nessuno ha mai pensato! L’anima andava dislocata dal piano fisico, per impedirne la totale distruzione. Trasferita nel reame ascendente, dove solo pochi eletti dell’Alveare possono accedere, avrebbe reso il suo possessore quasi del tutto impossibile da uccidere.
La Superanima stessa, in un reame dove le leggi fisiche come le conosciamo non esistono, diventa un’arma terribile, in grado di espandersi e di causare un’esplosione da stella spettrale, il cui raggio distruttivo è incalcolabile. Niente è così duro da resisterle.
Con questa conoscenza in pugno e alimentato dal timore di ciò che era accaduto con i Vex, una razza implacabile che non era stato in grado di soggiogare e che aveva invaso facilmente il suo reame ascendente, Oryx decide di costruire qualcosa di mai visto, di rendere il suo reame mobile. Il suo destriero diventerà il suo trono, il suo reame ascendente diventerà il suo veicolo di conquista.
Oryx ha ancora il ciclopico corpo di Akka. Lo frammenta e segmenta con la sua Spezzavolontà e ne plasma la forma di una nave. Una nave immensa, mai vista, l’ammiraglia della sua flotta, l’ombra nera che annuncia l’annichilimento della vita, il crollo delle civiltà. Ammirate… ammirate tutti la Dreadnaught, l’Astrocorazzata! Incarnazione chitinosa del terrore, essa è un intero mondo fluttuante, insieme una cattedrale, una tomba, un rifugio e un’arma.

“Cosa succederà se morirò?

Dato che sono alleato con la morte, questa considerazione è adatta alla mia persona. Le mie figlie studiano la quiddità della morte, mio figlio si allena a occuparla, la mia grande opera finale consiste nel diventare equivalente a essa, nel morire e vivere nella morte, di modo che se l'universo diventasse il vuoto io potrei entrare a farne parte. È molto meglio un universo selvaggio con un lieto fine, che un universo lieto ma senza speranza.
Sono morto innumerevoli volte ma queste morti sono solo state temporanee.”
Verso 5:8

Le due sorelle costruiscono un'altra arma letale, che segnerà il destino dell'Alveare in più occasioni, in modi che nemmeno Oryx avrebbe mai potuto prevedere: il Canto della Morte. Si tratta di un'invocazione di inaudibile potenza, che riesce a scindere l'anima dal corpo di chi la ascolta, disintegrandola o lanciandola nel buio tra le stelle oscure dei reami ascendenti.

"Ho udito da Xivu Arath le sue lamentele sul vostro canto. Lo avete fatto risuonare nel suo mondo del trono, uccidendo chiuque lo ha ascoltato, in un modo irrevocabilmente permanente."
Verso 4:7  

Ir Yût, una delle maliarde allieva delle sorelle, diventa una maestra nel comporre e nell'eseguire il Canto della Morte, divenendo nota come Cantamorte. Un giorno, l'ossessione di Toland per lei e il suo canto ammaliante e letale, avrebbe portato alla rovina sei tra i più grandi Guardiani che abbiamo mai conosciuto. Ma questa, sappi, è un'altra storia.



“<osserva>!<imita>!<usurpa>”
Verso 5:0

La fine di un’era
Il ritorno ad Aurash
Oryx muove il suo reame ascendente dentro la Dreadnought, rivoltandolo e fondendolo con essa, in essa. Installa la sua Superanima dentro il reame, rendendo la Dreadnought il suo corpo esteso, il simbolo del suo potere che estrinseca dal suo corpo, dalla sua forma terrena. Hai mai sentito nulla del genere? Ecco il genio di Oryx, la sua infinita astuzia, affilata come una lama, dura come la Logica della Spada.
Oryx riflette: non ha senso fermarmi qui… ecco… la mia Superanima sarà anche la mia superarma. L’impulso di morte, l’esplosione della stella spettrale… sarò in grado di eruttarlo dalla mia Dreadnought; sarò in grado di rivolgere il suo raggio disgregatore ovunque voglia!
Quale sciocca constatazione poteva essere quella di chi era convinto che l’Alveare non potesse diventare ancora più forte. Che Oryx avesse raggiunto l’apice del potere diventando un dio. C’è sempre qualcosa oltre, è solo che noi non lo sappiamo o non ci pensiamo. Del resto cos’è un dio se non solamente un dio?

Aiat!, come usano dire nell’Alveare, “così sia!”

Con la sua immensa arma e le sue forze al completo delle sorelle, Oryx muove guerra a un’altra razza benedetta dalla luce del suo nemico, il Viaggiatore.
L’Armonia gli resiste con ferocia, ma la fame del Re dei Corrotti è troppo forte.
Nella sua campagna durata secoli contro l’Armonia, Oryx è particolarmente attratto da un dono fatto dal Viaggiatore a quei popoli, chiamato L’Albero Maestro. Esso è un pilastro di energia radiante, che il re desidera divorare e poi spezzare come un vecchio osso spolpato. I simboli del Cielo devono cadere tutti, nessuno escluso.
Nella sua ricerca dell’Albero Maestro, Oryx si imbatte in una nave abbandonata che può contenerne tracce. Abbordandola di persona, egli vi trova invece Quria, che gli ha teso una trappola nella sua infinita capacità di prevedere le situazioni.
Oryx ha finalmente l’occasione di sconfiggere quel nemico oscuro ma Quria lo sorprende di nuovo, creando una simulazione di Oryx per carpirne i segreti e sconfiggerlo a sua volta. Era quello, come sai, il modo dei Vex di capire l’universo, simulandolo. C’è chi dice che noi stessi viviamo in una grande, immensa simulazione Vex. Ma chi può mai dirlo?

“<sconosciuto>|<enigma>|<fallimento>”
Verso 5:0

Il tentativo di simulare Oryx da parte di Quria non si conclude con un pieno successo… ma il contrario. L’impossibilità nel tradurre in dati le forze paracausali dell’Abisso che hanno causato il potere di Oryx, Quria riesce solamente a cogliere un barlume di ciò che è Oryx, della sua complessa essenza.

“Non riuscirai mai a essere ciò che io sono. Simulami, creatura sciagurata! Prova a calcolare le permutazioni della mia essenza divina. Computa la morte nella forma del mio trono. Replica la mia ombra sulle pietre tombali di decine di migliaia di cimiteri di mondi! Non sarà mai abbastanza. Io detengo le Tavole della Rovina. I parlo per l’Abisso. Una galassia di materia pensante non riuscirebbe a comprendermi.
Ammira!”
Verso 5:0

Nell’impossibilità di simulare le forze paracausali dell’Abisso, Quria riesce ad accedere solamente all’entità precedente Oryx e Auryx… ovvero Aurash. La sua simulazione è tuttavia perfetta.
Quria parla con la voce di Aurash e Oryx, avvolto dalle fiamme e con la Spezzavolontà in pugno, si ferma. “Chi sei? Tu sei me?” dice quella voce dal passato. Per un attimo l’intera vita del Re dei Corrotti gli passa davanti ai suoi tre occhi. Rivede tutto… rivede sé stesso, emergere dal caos di Fondamento, una creatura fragile. Vede il tradimento di Taox. La caduta del Trono di Osmio. La fuga. Poi sente la voce della sorella, come da un abisso, che lo chiama, che chiama tutti loro. “Discendiamo, oh mie sorelle!”. E davanti a lui adesso c’è Yul, il Verme, che gli promette il potere. E così sia, Aiat!
In quel momento, Aurash muore e diventa Auryx prima e Oryx dopo, schiacciando sotto il suo tallone l’intero universo. Oryx rivede sé stesso dentro quella simulazione, rivive ogni cosa e si inginocchia, poggiando la sua spada a riposo. La sua mente cade dentro i ricordi, dentro la riflessione. Cosa sono diventato? Quanta strada ho percorso in questo universo. Qual era il mio scopo? Forse ne ho perduto memoria. Forse tutto ciò non ha più senso.
In quel momento, Quria fa fuoco con ogni arma a disposizione, riversando una cascata di fiamme atomiche su di lui. Lo scudo di Oryx non cede, forte di poteri ultraterreni la cui fonte è ben celata.
Se c’è una ragione in tutto questo, pensa il re, la troverò.
Gli occhi fiammeggianti di verde del Re dei Corrotti incrociano lo sguardo multiplo di Quria e dentro gli strati della sua coscienza, quello di Aurash. Scava fino al cuore della sé stessa del passato. Vuole dirglielo… ha la possibilità di dirle che cosa l’aspetta, cosa sarà del suo mondo, come sarà tutto questo. Ah… se solo Aurash avesse saputo allora! Chissà cosa… quali cambiamenti avrebbe potuto fare… quanto diverso sarebbe stato il corso del destino.
Sì, Aurash, tu sei me, il me stesso di un tempo. Ascolta adesso…

“Oh, figlia, io ho adesso ogni cosa che tu possa desiderare. Sono immortale. Conosco i grandi segreti dell’universo. Ho esplorato i confini della Tenebra e ho inseguito il dio menzognero seguendo il suo abbraccio galattico attraverso un branco di lune ululanti. Nel mio pugno stringo i poteri segreti che domineranno l’eternità. Il mio verme si nutre dei tributi della mia Corte e dei miei figli, il Divoratore della Speranza, la Tessitrice e la Disfattrice e con questi tributi io schiaccio i miei nemici. Perché io sono Oryx, il Re dei Corrotti. Io sono onnipotente.”
Verso 5:1

La simulazione di Aurash rimane silenziosa per un attimo, mentre il Re si alza. Quria recupera le memorie di Taox, trovando i nomi che cercava, i volti perduti, le promesse dimenticate e… dei legami simili all’amore?
Capisco… dice Aurash… ma dove sono le mie sorelle? Sono lì con te? Dov’è Sathona, Xi Ro?
Al sentir nominare gli antichi appellativi delle sorelle, di un tempo in cui erano fragili e giovani, remotissimo e lontano, Oryx sorride.
Aurash ha una rivelazione terribile e il terrore la pervade.
Dove sono le mie sorelle? Che cosa ne hai fatto?
Il Re si avvicina, la spada in pugno.
Il mio popolo… misericordia! Che cosa hai fatto al mio popolo?
Aurash non saprà mai la risposta… perché l’ultima cosa che vede sono gli occhi verdi di Oryx e poi le stelle. Un sipario nero e freddo, l’odore di ozono e le stelle.



"Mio figlio Crota mi paga tributi ricchi e lauti. La mia discendenza è forte, il mio verme è grande e sazio e con questa sicurezza posso passare il mio tempo alimentando la mia sapienza e la mia comunione con l'Abisso. E mentre imparo nuovi segreti, il mio potere cresce; e mentre il mio potere cresce, lo impiego per imparare nuovi segreti. Aiat: che così sia, perché così deve."
Verso 5:6

La fine di un’era
Un’eternità e una lama

"Noi ci opponiamo alla fatal menzogna che un mondo costruito sulle leggi di condotta possa mai resistere alle azioni di chi è realmente libero. Questa è la schiavitù del Viaggiatore, il crimine della creazione, dove gli sforzi vengono resi vani nella costruzione di false forme.
Se scegliete di combatterci, combatteteci con tutto quello che avete, con tutte le vostre leggi e i vostri giochi. Noi dimostreremo la nostra ragione."
Verso 5:5 

Oryx dona Quria a Savathûn, ormai corrotta e ridotta al suo comando. Con essa, l’esercito di Vex che era il suo seguito. Gli spiega che forse potrà intrattenerla, visto che contiene una simulazione di Aurash che lui ha lasciato intatta. Le ho assegnato ancora un po’ di volontà propria, dice il re, cosicché possa simulare anche Sathona o Xi Ro. Parlare con Aurash è stato illuminante per me, quasi divertente. Forse potrà esserlo anche per voi due.
Savathûn, dubbiosa, rivolge parole strane al fratello. Forse… oppure si libererà e scatenerà i Vex contro il mio reame ascendente. Trasformerà tutto in ingranaggi e vetro. E poi mi esploderà in faccia, uccidendomi.
Oryx sorride. Di certo, sorella, se riuscirà a far ciò, meriterai di morire.
Savathûn guarda il fratello. Per la prima volta, Oryx vede che il dubbio in lei è forte. Qualcosa la sta tormentando e forse è la stessa domanda che da eoni lui stesso si pone.
Sai, fratello, io non sono sicura che tutto ciò sia giusto. La nostra strada, il nostro percorso. Abbiamo portato distruzione ovunque, marcando l’universo con il nostro nome. Non ne ho la prova, ma l’idea di liberare l’universo divorandolo forse è sbagliata. La nostra logica forse è sbagliata.

Oryx le rivolge lo sguardo per un solo attimo… e per un solo attimo appare nostalgico, sentimentale. Riflette. Ripensa a tutti quegli anni alle nostre spalle, alle cose che abbiamo fatto! E, nonostante tutto, essere vecchi e antichi non lo sento come un peso. Non ti sembra? Non ne sono stanco. Mi sento vivo, vivo con te e ogni volta che rimetto piede in questo mondo dal mio trono, mi sento come se avessi ancora due anni, giacente sul fondo di quell’universo che guardavo dal basso verso l’alto.
Ma, sorella, questo siamo noi. Siamo la prova che cerchi. Siamo l’Alveare: se esisteremo per sempre continueremo a provarlo. Se qualcosa di più spietato ed efficiente ci conquisterà, allora la prova sarà definitiva.
Lei lo guardò, gli occhi come aghi roventi.
Mi piace, disse, è elegante.
Ma lei, naturalmente, aveva già raggiunto quella conclusione.
Verso 5:2

Ancora una volta insieme, i tre fratelli guidano l’assalto finale all’Armonia, per la conquista dell’Albero Maestro. Per secoli, i tre fratelli infiltrano tra le file della grande civiltà dell’Armonia i loro semi della discordia: navi fecondatrici squarciano l’atmosfera dei loro pianeti, piantandosi sulla terra e fecondandola con le larve dell’Alveare. La conquista è lenta, ma inesorabile.
Dopo secoli, i tre fratelli guidano l’attacco finale. Xivu Arath e Savathûn liberano le loro potenti flotte sulle forze dell’Armonia, mentre Oryx usa il suo potere per deviare dalle proprie rotte asteroidi e comete ciclopiche, che vengono così scagliate sui mondi degli avversari.
Oryx distrugge l’Albero Maestro, divorandolo come si era prefisso e, ritenendosi una divinità caritatevole, ne dona la luce anche alle sorelle, per farne un lauto pasto.

Savathûn dunque rivela a Oryx che i loro sentieri ormai devono dividersi.

Così disse Savathûn: “Fratelli, ascoltatemi, le nostre strade devono separarsi, così che possiamo cambiare”. Ed essa trascinò le sue lune da guerra dentro il buco nero. Il suo trono divenne remoto.

Così disse Xivu Arath: “Re Oryx, la tua presenza è ingombrante per me, il tuo potere limita troppe scelte. Devo allontanarmi da te.” Ed essa trascinò le sue lune da guerra dentro la notte. Il suo trono si chiuse, sigillandosi.

Così Oryx fu solo. Egli spese molto tempo a riflettere. E queste riflessioni sono registrate qui.
Verso 5:4

Oryx compone i versi dei Libri del Dolore mentre è in solitudine. Affida la sua storia calcificandola in dei frammenti oscuri, che si fossilizzano sulla dura pelle della Dreadnaught, la sua immensa corazzata. Forse un giorno verranno ritrovati, dai suoi discepoli o forse dai suoi nemici. Non importa. La storia di Oryx deve sopravvivere.
Ed ecco, essa ci ha raggiunto attraverso gli eoni, grazie al coraggio di chi ha fatto breccia nel suo mondo ascendente, violandone i segreti e causando la caduta del grande re. Non ci hanno portato solo una grande vittoria e la speranza, ma anche le sue parole, incrostate sulle pareti della Dreadnaught, strappate da esse con la forza della Luce e del coraggio.
È grazie a quei pochi impavidi Guardiani se oggi noi siamo qui a narrare queste leggende.

Oryx riflette se tornare su Fondamento. Chissà cosa è rimasto laggiù. Se l’onda gravitazionale del Leviatano e del Viaggiatore ha alla fine distrutto tutto. Ma no… non ha senso cercare cosa è rimasto di Fondamento. Lui è Fondamento, l’erede di quel popolo-krill che viveva e moriva nell’arco di dieci, miseri anni.
La sua logica continuerà ad esistere. Continuerà a dare la caccia al Viaggiatore, il dio bugiardo. Continuerà a dare la caccia a Taox, la traditrice. Continuerà a imporre la Logica della Spada, finché essa non verrà sconfitta da qualcosa di più potente. Il suo amore abbraccerà l’intero universo e, come una volta disse Xivu Arath, sappi che il suo amore è guerra.
Questa è la storia di Oryx, il Re dei Corrotti, Primo Navigatore, Voce dell’Abisso, salvatore di popoli e disgrazia della luce.

"Questa è la mia eredità, il mio lascito: l’eternità, l’infinito, l’intero universo soggiogato dalla mia spada. Questo è il mio governo: un’eternità e una lama.”
Verso 5:7