III
IL GRANDE DISASTRO
"La Luna è il luogo dove per la prima volta abbiamo fronteggiato gli orrori dell’Alveare, divenendo presto il campo di battaglia di una grande guerra – che non abbiamo vinto. Negli anni a seguire, l’Alveare ne ha squarciato la superficie, divaricandone gli abissi, che adesso sciamano di orrori."
Grimorio, “Luna”
L’Età dell'Oro
Prima Luce
Nelle ere prima dell’arrivo del Viaggiatore, sappi, eravamo un popolo intelligente, sì, ma privo di guida, di concentrazione, di focalizzazione. Le nostre grandi potenzialità erano come sparse su una grande tavola, della quale non si riusciva a trovare né capo né coda.
Quando giunse l’Epoca d’Oro sai già cosa accadde. Tre le milioni di meraviglie che siamo riusciti a creare, la terraformazione e la colonizzazione dei mondi che penzolavano sospesi dai nostri cieli stellati iniziò.
La Luna. Quante volte i poeti si sono rivolti a lei. Quante volte gli sguardi solitari, felici o tristi, l’hanno incontrata nelle notti stellate. Il nostro occhio silenzioso, la perla del cielo notturno. Gli antichi la veneravano come una triplice dea, guardiana dei segreti della vita e della morte, della fecondità e del buio.
Ed è qui che iniziò tutto, proprio dalla Luna.
“Jun è stata la prima. E poi Luli. Morti orribili. Morti sulle quali la mente non dove soffermarsi e quindi la mia non lo farà, mentre vago per questi tunnel, perso, aspettando che l’ossigeno finisca.”
Frammento di Spettro, “Oceano delle Tempeste #2”
I geologi dell’installazione permanente Prima Luce, situata nell’Oceano delle Tempeste sulla Luna, avevano dapprima rilevato incongruenze nel sottosuolo. Gli strumenti segnalavano dei tunnel di natura geologica, ma c’era qualcos’altro. Le letture andavano confermate, con la massima priorità. Per questo la spedizione si era avventurata in quella che sembrava una fitta rete di canali sotterranei scavati dalla lava che un tempo ribolliva ovunque sulla superficie lunare ancestrale.
Così lo trovano, lì davanti, un segno di qualcosa di impossibile. Il loro cuore batte all’impazzata dentro le tute sigillate, la loro mente corre sulle possibili ipotesi, ma non c’è niente a cui riescono veramente ad aggrapparsi.
Una costola, grande quanto una fusoliera di una nave spaziale di media dimensione. C’era stata vita sulla Luna? Tutto quello che era scritto sui libri era sbagliato. Tutto ciò che sapevano era sbagliato. Ma, più importante, tutto quello che conoscevano fino a quel momento non avrebbe potuto prepararli.
Dei giorni successivi non sappiamo quasi nulla, la registrazione non ha riferimenti temporali. Quel che è certo è che le loro certezze, ormai scosse, crollano davanti alla scoperta che più di ogni altra segna le loro vite.
Dei giorni successivi non sappiamo quasi nulla, la registrazione non ha riferimenti temporali. Quel che è certo è che le loro certezze, ormai scosse, crollano davanti alla scoperta che più di ogni altra segna le loro vite.
“Non c’è ritorno a ciò che hai lasciato indietro: una fervida fede nella scienza e nel fondamento razionale dell’universo. Non dopo aver visto i vermi.”
Frammento di Spettro, “Oceano delle Tempeste #2”
Dentro i tunnel, la spedizione scopre una forma di vita mai prima di allora osservata, qualcosa di potente, di enorme e di affamato. Muoiono in due, il terzo riesce a fuggire ma, purtroppo, penetra ancora di più dentro il sottosuolo. Ora, per te è facile immaginare quello di cui ti sto narrando. Ma riesci a immedesimarti in quello scienziato, solo, dentro la sua tuta, sperduto dentro un mondo alieno che pensava familiare, di fronte alla realizzazione che qualcosa di totalmente sconosciuto e mostruoso stava per prendere la sua vita?
“Farà male, mi domando? Quel sonno ultimo, quando arriverà. Il sonno che non è sonno.
Ma ogni cosa qui sulla Luna ha un nome che non la rappresenta. Non ci avete mai fatto caso? Il Mare della Serenità; l’Oceano delle Tempeste; l’Oceano della Pioggia. In qualche modo sembra giusto.
Nei tunnel, invece, abbiamo trovato cose che erano esattamente ciò che sembravano e quindi, adesso, le nominerò per quel che sono. Imprimetele bene nella memoria, se questa registrazione verrà mai trovata:
Il Circolo delle Ossa.
La Sala della Notte.”
Frammento di Spettro, “Oceano delle Tempeste #2”
La registrazione termina con la testimonianza dell'ultimo avvistamento. Questa creature è diversa dai vermi, è più simile all’uomo. Ma non si può ragionare con essa, non si può comunicare. I tre occhi verdi risalgono il tunnel di pietra bianca, artigli raschiano le pareti, il suo verso gracchiante è un grido di agonia e di sofferenza.
Sappi e rifletti... questa è la prima volta che lo sguardo umano si è posato su uno Schiavo dell'Alveare... un'immagine che è rimasta impressa in quegli occhi, fino a che la fredda atmosfera della Luna non glieli ha portati via.
“Tu sei un Cavaliere. Elite di una genia di antichi guerrieri. Temuto nerbo dell’Alveare. Tu hai devastato interi mondi.”
Grimorio, “The Taken: Knight”
L’Età della Città
La Battaglia del Lago Ardente
Quel primo contatto fu forse l’ultimo prima del Collasso. Quando l’Oscurità ha portato via la nostra Epoca d’Oro, ogni cosa fu dimenticata, incluso l’Alveare.
Ma loro erano lì, sulla nostra Luna, che scavavano i loro tunnel, creando le loro celle per le larve, moltiplicandosi, trasformando il nostro fedele satellite in una luna da guerra dell’Alveare, l’arma con cui le orde di Oryx, Savathûn e Xivu Arath hanno invaso e distrutto interi mondi.
Adesso, era il nostro turno.
La Città era giovane, i Guardiani forti e pieni di gloria e voglia di ricostruire. La loro mente era libera da ogni pensiero oscuro. La Battaglia dei Sei Fronti, la Battaglia della Breccia del Crepuscolo… erano state tutte combattute e vinte. I Caduti erano stati ricacciati fuori dalle mura. L’Avanguardia aveva preso in mano le redini del futuro dell’umanità, e le nuove leggende iniziavano già ad essere scritte. I Signori del Ferro, gli ordini dei Titani e degli Stregoni, le leggendarie imprese dei pistoleri Cacciatori.
L’avvistamento di un’anomalia nel Cosmodromo non era cosa da poco. Anche allora, la nostra rete di sensori pur non operativa come oggi, era in grado di rilevare attività sospette. Tutti i nostri apparecchi erano puntati sui Caduti. Nessuno si aspettava l’Alveare.
Una Nave Fecondatrice era precipitata sulle Terre Rugginose. La sua punta infetta aveva penetrato la terra, il suo interno immondo si era riversato fuori. Osservazioni preliminari richiedono immediatamente l’intervento dell’Avanguardia.
I più coraggiosi e forti Guardiani vengono riuniti dall’indomito Shaxx, la cui voce tonante li istiga al combattimento come niente al mondo. In forze, i Guardiani atterrano nelle Terre Rugginose, presso il Lago Ardente, avvolto da una strana nebbia smeraldina.
La calma apparente è oscura. L’aria vibra di tensione, qualcosa sta per accadere. Shaxx serra i ranghi ed evita che i Guardiani si disperdano, nonostante la loro sia principalmente una missione di ricognizione. Sente che qualcosa non va, lo percepisce nell’aria e i suoi sensi di guerriero sono all’erta.
Dai rottami del Cosmodromo emerge una forma. Shaxx chiude gli occhi a fessura. Fuoco verde? Alza il pugno e il plotone si arresta.
Restate uniti! Non abbiamo intelligence al riguardo. Non sappiamo quali siano le loro intenzioni.
Ma poi la nebbia si dirada, lentamente e uno dei Guardiani punta il dito al cielo. Shaxx vede prima le luci, poi l’ombra ciclopica della Nave Fecondatrice, conficcata come un pugnale dentro la loro terra.
La figura in lontananza emerge dall’ombra. Il bagliore verde sono i suoi occhi. I suoi tre occhi.
Qualsiasi cosa sia, è certo che non è umana.
State pronti, dice Shaxx.
La figura alza il braccio e tutti vedono che impugna una spada, che si avvolge di fiamme verdi. Un ruggito squarcia l’aria e la terra si apre, spruzzando fumo nero. Centinaia di corpi chitinosi emergono, le loro urla sono insostenibili.
Cosa diavolo sono!?, urla uno dei Guardiani. Non sparate!, risponde Shaxx, non ancora!
Gli Schiavi caricano.
Sono sempre più vicini.
I loro occhi verdi si possono quasi contare.
Sono sempre più vicini.
I loro occhi verdi si possono quasi contare.
Ora!
I Guardiani aprono il fuoco e molti corpi cadono, sfracellandosi, sprizzando fiamme rosse e verdi intorno. Essi non si smembrano come un corpo vivente, come i Caduti. Niente sangue, né umori, né viscere. Le creature, semplicemente, decadono, come se fosse il tempo ad averle consunte e non i proiettili ad averle divelte.
È un attimo, e gli sono addosso. Le granate a impulsi spazzano la via davanti a loro, creando un varco tra gli Schiavi a pezzi, ma molti passano, balzando e urlando. I Guardiani vengono squarciati da artigli che rilasciano energia ad arco, fulminando l'aria e la carne.
È un attimo, e gli sono addosso. Le granate a impulsi spazzano la via davanti a loro, creando un varco tra gli Schiavi a pezzi, ma molti passano, balzando e urlando. I Guardiani vengono squarciati da artigli che rilasciano energia ad arco, fulminando l'aria e la carne.
Rigeneratevi e tornate sul campo di battaglia!, ordina Shaxx. Gli Spettri iniziano il transmat e i Guardiani caduti ritornano, più decisi che mai.
La figura in lontananza punta i suoi tre occhi sugli Spettri. Decide di muoversi e dietro di lei altre spade, altri triplici occhi.
Shaxx aveva sentito una storia... una volta...
Rezyl Azzir, il Primo Guardiano, il grande eroe, aveva combattuto sulla Luna contro una forza simile.
"[...] passi. Pesanti e duri.
Tum.
Tum.
Tum.
Tum.
Rezyl strizzò gli occhi nelle tenebre, mentre caricava un nuovo tamburo nel suo cannone portatile.
Una sagoma prese forma, emergendo dall'abisso.
Un essere possente e massiccio, al cui cospetto il Titano appariva insignificante.
Una spada, simile a una mannaia, delle dimensioni di un uomo, si muoveva nelle sue mani, leggiadra come fosse una piuma.
Il suo corpo era spesso, ornato con ossa - un'armatura vivente che era parte stessa di quella bestia.
Rezyl si fece sfuggire un sospiro.
La creatura avanzava camminando come un uomo aggravato da peccati mai rivelati - lentamente e con esasperazione - eppure il suo passo era lungo e guadagnava terreno con facilità innaturale.
A Rezyl, quell'orrore che si trascinava verso di lui fece riaffiorare alla sua mente l'immagine, imponente di un cavaliere, antico e caduto in disgrazia.
Forse, un tempo, aveva avuto qualcosa di eroico.
Forse, in quella cava uscura, dentro quelle tenebre, un eroe continuava ad esserlo. Anche se devoto a una causa innominabile e sinistra.
Il pensiero intrigò Rezyl."
Grimorio, Leggende "Rezyl Azzir: la caduta trionfante"
Tutti sapevano come finiva quella leggenda. Rezyl sconfigge quel "cavaliere" e ritorna in superficie con l'armatura ricoperta delle sue ossa, come trofeo.
Ma lui non è il leggendario Rezyl e quell'orrore che ha davanti agli occhi non è un mito o una storia da taverna.
Shaxx aveva sentito una storia... una volta...
Rezyl Azzir, il Primo Guardiano, il grande eroe, aveva combattuto sulla Luna contro una forza simile.
"[...] passi. Pesanti e duri.
Tum.
Tum.
Tum.
Tum.
Rezyl strizzò gli occhi nelle tenebre, mentre caricava un nuovo tamburo nel suo cannone portatile.
Una sagoma prese forma, emergendo dall'abisso.
Un essere possente e massiccio, al cui cospetto il Titano appariva insignificante.
Una spada, simile a una mannaia, delle dimensioni di un uomo, si muoveva nelle sue mani, leggiadra come fosse una piuma.
Il suo corpo era spesso, ornato con ossa - un'armatura vivente che era parte stessa di quella bestia.
Rezyl si fece sfuggire un sospiro.
La creatura avanzava camminando come un uomo aggravato da peccati mai rivelati - lentamente e con esasperazione - eppure il suo passo era lungo e guadagnava terreno con facilità innaturale.
A Rezyl, quell'orrore che si trascinava verso di lui fece riaffiorare alla sua mente l'immagine, imponente di un cavaliere, antico e caduto in disgrazia.
Forse, un tempo, aveva avuto qualcosa di eroico.
Forse, in quella cava uscura, dentro quelle tenebre, un eroe continuava ad esserlo. Anche se devoto a una causa innominabile e sinistra.
Il pensiero intrigò Rezyl."
Grimorio, Leggende "Rezyl Azzir: la caduta trionfante"
Tutti sapevano come finiva quella leggenda. Rezyl sconfigge quel "cavaliere" e ritorna in superficie con l'armatura ricoperta delle sue ossa, come trofeo.
Ma lui non è il leggendario Rezyl e quell'orrore che ha davanti agli occhi non è un mito o una storia da taverna.
I Cavalieri attraversano il varco tra gli schiavi e Shaxx vede la loro statura enorme. La massa è spaventosa, il loro è un esoscheletro chitinoso massiccio, acuminato, nato per incutere terrore, strato per strato, vecchio di eoni e pieno di cicatrici lasciate dal tempo e da altre battaglie. Il titano vede la spada di uno di loro vibrare nell’aria un colpo, lasciando una scia verde. Prima ancora che possa reagire, uno dei Guardiani viene squartato dalla lama. Il suo Spettro inizia il transmat, ma la lama si rialza. Il suo fuoco verde attira la luce.
La Luce!, urla Shaxx.
Lo Spettro si indebolisce, non riesce a riportare in vita il suo Guardiano.
No!
La lama vibra. Lo Spettro si spezza, le sue parti cadono nella polvere. Il suo occhio si spegne, la sua corazza diventa nera.
State lontani da quelle spade!, ordina Shaxx, divorano la nostra luce!
I Cavalieri avanzano, veloci, possenti. La loro armatura è forte, i loro attacchi spietati. Uno a uno, i Guardiani cadono. Uno a uno, i loro Spettri si spengono.
Un cavaliere gli arriva addosso, Shaxx ne afferra la lama con entrambe le mani, ma la forza dell’essere è sovraumana ed egli torreggia su di lui, pur essendo Shaxx il guardiano più imponente di tutti i tempi.
Gli occhi verdi sono a una spanna dal suo casco. Vede i denti che digrignano, poi la bocca oscena si apre e un ruggito grave ne emerge assieme a fumo nero.
Pianta i piedi sul terreno e ricorrendo a tutta la forza che ha in corpo respinge la spada e il suo possessore, che non arretra di un passo, tuttavia. Doveva fare qualcosa, altrimenti quello sarebbe stato il loro ultimo giorno.
Con me… tutti assieme per la Città!
Shaxx ordina il contrattacco.
Il lampo si abbatte davanti a lui e Shaxx piomba come una meteora addosso al nemico, aprendo un cratere e disintegrando ogni cosa nella luce. I fulmini si scatenano tutto attorno all’area di impatto e l’odore di ozono riempie l’aria.
Seguendo il suo esempio, le super abilità vengono scagliate addosso al nemico, una dopo l’altra.
Quando il silenzio cade di nuovo sul Lago Ardente, pochi Guardiani sono ancora in piedi, nessun nemico in vista. Shaxx si avvicina a una delle spade oscure, conficcate sulla terra arsa dalla Luce scatenata poco prima. La spada vibra impercettibilmente al suo tocco. La lama è fredda, più del normale. Si può dire molto su Shaxx e molto si è detto, come sai, ma non che sia impressionabile. Ed è per questo che gli credo quando nel suo rapporto scrive che gli è parso di sentire una voce, un sussurro, al tocco della lama. Forse era un nome, che non ricorda bene, perché la sua mente era obnubilata dalla presenza di quell’arma oscura.
La spada, sibilando, si dissolve nell’aria.
Devo avvisare l’Avanguardia, pensa Shaxx, devono sapere.
"Questa bruciatura viene da un fucile Cabal. Quest’altra è una lama stordente. E questa… ah, questa, sì. Quella volta che Wei Ning mi ha abbracciato.”
Sconosciuto, Estratto da “Spearhead Type 0”
“Se vuoi vedere il prossimo giorno, non osare sfidarmi oggi.”
Wei Ning
La nostra storia, sappi, è scritta sia da demoni che da eroi. E quando questo avviene, le emozioni che ne scaturiscono diventano eterne. Questi sono fatti che devono e rimarranno nella Storia, ma non solo nelle leggende, ma nella fabbrica stessa del nostro essere, le radici della nostra civiltà. E della loro.
Uno di questi grandi eroi era Wei Ning, la Guardiana che ha osato colpire Crota per prima e con le sue nude mani. Molto di quello che sappiamo di Wei lo dobbiamo a un’altra leggenda, la sua inseparabile compagna Eriana-3.
“Più di ogni altra cosa, odio che il ricordo di noi sarà per sempre legato alla tragedia. Non è giusto. Io personalmente riservo questa definizione al mostro che ti ha portata via da me. Ma lo so, a te non piacerebbe. Tu, che eri sempre piena di spirito e di risa.”
Eriana-3, Estratto da “Vendetta di Eriana”, jumpship.
Wei era una titanide. La sua potenza era leggendaria, quasi quanto la sua scelta di come veicolarla. Era infatti nota nel Crogiolo per i suoi possenti pugni. Tu prenderesti a pugni il mondo, le disse una volta Eriana, e molto probabilmente inclineresti l’asse terrestre. Wei rideva e con quello sguardo di sfida aggiungeva che sì, una volta ci aveva provato. E cosa era successo? Non lo so, lei rispose, ma hai notato che adesso gli inverni durano più a lungo?
“Tattica, dici? Pff… usa la tua testa. Dico sul serio. Letteralmente, dà loro una bella testata”
Wei Ning, Estratto da Mangonel Type 2, armatura
Wei disprezzava l’uso di armi che non fossero attaccate alle sue braccia. Per lei la vera forza era veicolata dal corpo, attraverso il quale la Luce fluiva. A distanza ravvicinata, come spesso dice il grande Zavala, niente batte un pugno di un titano.
“Wei Ning colpì la montagna con il suo pugno. La montagna si mosse. Un impercettibile tremore, ma sufficiente per convincerla a colpirla di nuovo.
Sono solamente gelosi del fatto che tu continui a vincere senza usare armi” Il suo Spettro danzò intorno al suo pugno “Ecco perché dicono queste cose. Pura gelosia. Vedrai”.
Ning grugnì, spaccando il granito, “un giorno di questi perderanno le loro armi intelligenti e le loro navi sfavillanti e si pentiranno di non avermi ascoltata” C’è solo un’arma sulla quale potrai sempre contare, ed è la tua mano”.
Wei Ning, Estratto da “Leone Ruggente”, lanciagranate
Wei Ning, Estratto da “Leone Ruggente”, lanciagranate
Quando il nemico vedeva arrivare Wei all’orizzonte, che fosse un Guardiano nel Crogiolo o un Caduto o qualsiasi altra cosa, sapeva che non ci sarebbe stato scampo. La sua livrea, l’armatura del Leone Combattente, la rappresentava come poche regalia hanno rappresentato i Guardiani: Wei era una leonessa. Il suo coraggio era leggendario come la sua forza. Aveva portato avanti le imprese più folli prima di incontrare Eriana. Era stata colei che aveva dato inizio alla tradizione del Fuoco Vittorioso, accendendo un fuoco perpetuo sulla Piazza dei Tagliafuoco, che da sempre incarna lo spirito indomito dei Guardiani, e dato vita a un’intera istituzione che ne preserva la fiamma costantemente: l’Ordine dei Tagliafuoco.
Niente era meglio, però, di ascoltare di quelle medesime imprese da lei, in una notte di baldoria nelle taverne della Torre. Tra una bevuta e l’altra, la notte si riempiva di risate roboanti, mentre la voce tonante di Wei affrescava la scena di questo o quell’altro sterminio di Caduti operato dai suoi Pugni della Distruzione. Saint-14 può aver usato la testa, diceva, ma questo perché non ha mai incontrato due kell assieme. Lì ti servono due mani.
Fu durante una di quelle sere che incontrò Eriana-3.
Eriana è sempre stato uno spirito solitario, un animo bruciato da una sete di cui lei non conosceva la natura. Non aveva mai legato con nessuno tra i Guardiani attorno a lei. Dicono che gli Exo sono solitari, che la loro natura da eremiti è dovuta alle memorie perdute del passato. Forse è vero. Pensaci, un tempo erano umani e la cupidigia degli uomini li aveva strappati alle loro vite e relegati dentro le fredde membra di una macchina.
Così, una di quelle sere di bevute solitarie, le strade di Eriana e Wei si incrociarono. E, sappi, non c'è una storia migliore della loro per parlare dell'amicizia fraterna che può nascere tra due Guardiani, compagni di battaglie e di imprese leggendarie, ma anche persone come te e me.
“Il nostro primo incontro, nel saloon della Torre. Le tue risate facevano tintinnare i bicchieri. Hai comprato tre giri per l’intero locale. Pahanin ci ha presentati. Ti sei seduta accanto a me e ti sei messa a fare ridicole domande sulla Trance della Tempesta. Tutte cose che, di norma, mi avrebbero solo infastidito. Ma quella notte – solo perché eri tu – seppi che non avrei mai voluto passarne un’altra senza di te.”
Eriana-3, Estratto da “Vendetta di Eriana”, jumpship
L’amicizia tra Wei ed Eriana divenne leggendaria. Inseparabili, vissero molte avventure, lanciandosi in assalti disperati, sfidando la seconda morte nelle più pericolose missioni del protocollo Cala la Notte. E ne emersero sempre vittoriose. I Caduti impararono a temerle e a fuggire se il grido di battaglia di Wei riempiva l’aria.
Pahanin, un altro Guardiano leggendario, tremava solo al pensiero di ciò che gli avrebbero raccontato ogni volta che tornavano. Persino il famigerato Toland apprezzava la spontaneità di Wei Ning.
"Così chiesi a Wei Ning: e allora, l’Oscurità? Che ne dici?” E lei mi rispose: “Prenderò a pugni anche quella.”
Pahanin Errata, Estratto da “Molniya Type 0”, armatura
Fu proprio per il suo coraggio e la sua volontà di essere sempre in prima linea, che Wei fu una dei primi Guardiani ad accogliere l’appello dell’Avanguardia. Si diceva stessero pianificando un raid sulla Luna. Una forza ostile, sconosciuta, aveva creato un avamposto lassù ed era arrivato il momento di snidarle.
Quella scelta, lo seppe solo in seguito, fu la più importante della sua vita.
“Quando la profonda tenebra si chiude su di noi, allora saremo le ultime luci rimaste.”
Wei Ning, “Light of the Great Prism”, armatura
Il giorno in cui volevamo riprenderci la Luna
L’incursione
“Nuovo ordine del giorno… la crescita delle fonderie della Città…”
[si ode uno schianto]
“Quale follia è mai questa!”
“Lord Shaxx! Il Consenso non ha…”
“Siamo a malapena usciti vittoriosi al Lago Ardente. E adesso credete di essere pronti ad attaccare la Luna?”
“Stiamo preparando…”
“Ma avete letto il mio rapporto sul Lago Ardente? Sulle armi di questo… Alveare? Quelle spade… non abbiamo mai affrontato nulla del genere e…”
“Lord Shaxx…”
“Zavala! Non venirmi a dire che pensi sia saggio! Dobbiamo esaminare quelle spade. Dobbiamo addestrarci a combatterle…”
“Questa adesso è una questione in mano al Consenso, la decisione non spetta più a noi, vecchio mio.”
Grimorio, “Raze Lighter (Sputafuoco)”
Nonostante l’opposizione ferrea di Shaxx e i dubbi di Zavala, il Consenso decide di attaccare la Luna, lanciando un’incursione con migliaia di Guardiani. Se la forza che si stava ammassando sulla luna era anche solo paragonabile a ciò che avevano visto accadere al Lago Ardente, allora bisognava agire subito.
Sappiamo tutti come è finita questa storia, ma… chi poteva immaginare all’epoca? Oggi ci si divide nello schierarsi, tra Shaxx e il Consenso. Forse il maestro del Crogiolo aveva visto chiaramente cosa poteva accadere nel fuoco verde di quelle spade, cogliendo un futuro molto probabile. Ma chi può biasimare la scelta del Consenso e il supporto dell’Avanguardia? Se esisteva un nemico così potente lassù, così vicino alla Città, bisognava attaccare o quanto meno stabilire l’entità della forza di invasione. Forse non c’è una parte giusta e una sbagliata in questa storia… perché per noi è facile giudicare.
Wei Ning accoglie la chiamata con entusiasmo. Chi ne avrebbe mai dubitato? È lei a convincere una dubbiosa Eriana a partecipare. Anche Pahanin era stato quasi sul punto di accettare, trascinato dall’entusiasmo di Wei. Ma il guardiano aveva visto qualcosa di terribile in passato… qualcosa che lo aveva fatto diventare timoroso e paranoico. Wei sapeva che aveva perso il suo fireteam in un’incursione contro i Vex, quindi non insiste.
Eriana… lei invece accetta. Non era mai riuscita a dire di no a Wei. Ma voglio rimanere nella retroguardia, dice, perché io temo che tutta questa storia sia solamente una trappola. Hai mai riflettuto che le forze di invasione al Lago Ardente fossero magari degli scout? Io penso che fosse una missione di ricognizione, per stabilire la nostra forza. Erano lì per noi, Wei. Questa storia mi puzza di trappola, ti dico. Per questo resteremo indietro, per parare le spalle al distaccamento.
Wei sminuisce le paure dell’amica. Quando saremo sulla Luna, dice, vedrai se non ti tornerà la voglia di combattere. Trappola o meno, ridurremo in briciole queste creature che hanno osato sfidarci. Questa è la nostra casa… di tutte le stelle nell’universo, hanno scelto quella sbagliata.
La forza d’incursione raggiunse la Luna durante la notte, per poter sfruttare meglio la visibilità che sarebbe stata limitata dal sole accecante del giorno, non ostruito da alcuna atmosfera. Fecero transmat sul Mare Imbrium, a migliaia, divisi in piccole cellule, i fireteam. Wei Ning era a capo di una squadra molto grande. La sua fama la precedeva e tutti sapevano che quel fireteam sarebbe stato il primo a penetrare le difese nemiche. Come un cuneo, la testa di un fulmine, Wei si sarebbe lanciata verso la distruzione dell’opposizione. L’Oscurità avrebbe tremato di fronte al suo coraggio.
“La mia seconda morte fu terrificante. Ma mi alzai e il cielo notturno luccicava sopra la mia testa e la creatura che mi aveva ucciso mi fissava, pietrificata… e così scoppiai a ridere. Immortale! Io! Posso fare qualsiasi cosa! Così mi lanciai contro di lui. Se il mio corpo non poteva essere spezzato, allora sarebbe stata la mia più potente arma, che non si sarebbe mai inceppata, che non avrebbe mai avuto bisogno di essere affilata. Ogni pugno e ogni carica e ogni calcio avrebbero affilato invece la mia abilità. Ho insegnato agli Assaltatori questa verità. La più rapida e sicura via perché un Guardiano raggiunga la vittoria è quella di correre a testa bassa verso il pericolo.
Sii impavido. Tu sei il fulmine… e il tuono dopo di esso.”
Udito con la voce di Wei Ning, trascritto dalle forme di luce nella Foresta Oscura.
Sappi che la Battaglia del Lago Ardente era stata una semplice scaramuccia. L’umanità non aveva ancora incontrato il vero terrore. Ricorda la storia di Oryx, ricorda i popoli soggiogati, sottomessi o distrutti – “corretti” come vorrebbe la Logica della Spada. Non c’è niente che possa resistere all’imperterrito avanzare dell’oscurità che l’Alveare pone in cima alle sue armate. È un’onda nera che inghiotte tutto.
Così, non appena messo piede nelle grigie piane silicee del Mare Imbrium, subito essi percepiscono un boato. È come un rombo grave, che cresce fino a diventare… cosa? Un ruggito? Ma viene da ogni parte, come se la stessa roccia biancastra della Luna gridasse, dalle profondità della terra. Le sue viscere si stanno contorcendo e lamentando. Le sue interiora eruttano fiamme verdi.
I Guardiani serrano i ranghi, puntando le armi tutto intorno, in ogni direzione. Wei sente pulsare qualcosa… la rabbia interiore forse, la forza che vuole esplodere. Dove siete?, sussurra dentro il suo elmo dalla foggia di leone, uscite fuori e affrontatemi. Sono qui!
L’orda è dapprima una macchia scura sulla superficie bianca. Pian piano diventa un mare di piccole luci verdi. Le urla agghiaccianti lacerano l’aria dentro gli elmi dei Guardiani e molti sono costretti a disattivare le comunicazioni.
Cosa… cosa diavolo siete!?
Le armi iniziano a far fuoco e una pioggia di morte investe l’orda. I loro corpi si frammentano, si spappolano come carta e gesso. Fiamme verdi escono dalle loro membra aperte e si estinguono verso il cielo. Sono così deboli, dunque?
Ma la loro forza non è nel singolo… ma nel numero.
Continuano ad arrivare!, si rende conto Wei, fuoco!
Fuoco!
La massa scura scende dalle colline di sabbia. Emerge dalle rovine dell’Epoca d’Oro. Erutta dalle fessure sulla roccia, che pulsano di onde verdi. I Guardiani sono circondati. Si sentono le voci dei primi caduti. Gli artigli sprizzano lampi ad arco. I lampi avvolgono gli Spettri, che non riescono a riportare in vita i loro Guardiani.
D’accordo, basta perdere tempo.
Wei è la prima. La sua forma si stacca da terra, librandosi con la stessa potenza di una coda di Ahmkahara che vibra in cielo, mentre il drago vola.
Sii impavida.
Tu sei il fulmine!
La sottile atmosfera della Luna vibra d’energia e poi un lampo blu: un fulmine schiocca e poi ruggisce, bruciando la sabbia e trasformandola in vetro. Ma non è un fulmine che si è scagliato contro quei mostri… perché non esistono nuvole sulla Luna. È Wei. La sua aura folgora le membra delle creature urlanti, polverizzandole. Inizia a correre, radendo al suolo la roccia e spazzando qualunque cosa davanti.
Gli altri Assaltatori seguono il suo esempio. E poi i Camminatori del Vuoto. E poi le Pistole d’Oro, che iniziano a cantare la loro canzone di morte e fuoco. I colpi risuonano nella sottile atmosfera lunare, riecheggiando sulle pareti delle basi dell’Età dell’Oro.
Il Mare Imbrium viene spazzato dalla forza devastante della Luce, in ogni direzione.
Wei urla di gioia, mentre la sua forza crea l’apocalisse tra i suoi nemici.
PIU’ VICINO.
Cosa è stato?, pensa lei. Sembrava una voce, ma era più simile a un grave sussurro, come il soffio di un vulcano.
Davanti a lei un muro di fuoco verde. I suoi occhi si riempiono di quella luce.
La luce… stride… urla!
PIU’ VICINO.
Il distaccamento di Guardiani la raggiunge, creando uno sbarramento. Nessuno sa cosa fare. Tutti tranne Wei. Lei stringe i suoi pugni e inizia a incanalare la sua Luce.
Mostrati!, urla al muro di fuoco verde.
Un’ombra immensa si erge, dietro le fiamme, accompagnata da anime urlanti che fuggono verso il cielo. L’ombra continua ad alzarsi, sembra non finire mai.
Wei adesso guarda verso le stelle.
Una lama ciclopica emerge dal fuoco verde.
Mille lame emergono più in basso, accompagnate ognuna da tre luci vibranti.
Qualunque cosa tu sia, urla Wei, sappi che oggi è il giorno della tua morte!
Ma Wei e tutti gli altri sono paralizzati. Mai nessuno di loro aveva udito un suono così forte, dirompente, terribile… dentro la loro testa, forse anche fuori. È come se distruggesse le particelle di luce dentro di loro, disintegrandole, come se invocasse una disperazione profonda. Quel suono terribile, peggiore di mille urla e di un’esplosione nella notte, era solamente un sussurro:
IO NON POSSO MORIRE.
Wei stringe i pugni.
“Per Wei. Mi dispiace.”
Frammento di Spettro, “Hellmouth #2”
"Sarò l’ultima luce che essi vedranno."
Eriana-3
Come membro dell’Ordine del Fuoco Prassico, Eriana-3 è sempre stata una Strega esemplare. Il rigido codice dell’ordine si applica a lei come un guanto su una mano. La direttiva primaria era applicare la conoscenza per distruggere il nemico, eradicarlo. Non fare ricerche su di esso, non conoscerlo meglio e nemmeno speculare o disquisire di filosofia alla luce delle lampade a olio nelle stanze dell’ordine sulla Torre. Bisognava applicare la metodica idea dell’eradicazione.
Qualche volta, seppur amaramente, il Fuoco Prassico veniva paragonato all’ostinazione propria di organizzazioni simili di altre classi… quelle dei Titani.
Sarà per questo che mi trovo così bene con te, rifletteva Eriana, pensando a Wei.
La sua vita solitaria e meditabonda era finita il giorno che aveva incontrato la sua amica Wei. Eris, una sua compagna di studi, aveva spesso sottolineato quanto le loro due differenze fossero in realtà complementari. È così che funziona la Luce, diceva, colmando i vuoti lasciati dall’Oscurità. Una Strega rigida e inflessibile e una Titanide che ama spaccare le cose, diceva invece Wei, che cosa non possono compiere insieme queste due forze inarrestabili della natura?
Wei aveva colmato il vuoto interiore di Eriana in un modo che non avrebbe mai potuto immaginare. Da Exo qual era, la sua memoria era stata cancellata per tre volte, come il numero accanto al suo nome ricordava. Tra gli angoli bui della sua mente, nei settori morti tra uno spazio formattato e l’altro, forse c’erano ancora un pugno di ricordi, fantasmi di un mondo svanito. Era stata felice nelle altre vite? Aveva avuto una famiglia? Eriana rifletteva… sapeva che non avrebbe dovuto farlo ma continuava. Forse anche lei era stata un’umana un tempo, infusa poi dentro la macchina. Non lo potrà mai sapere. Quando era tornata come Guardiana, gli ulteriori brandelli di memoria rimasti furono spazzati via, perché la sua prima morte aveva inghiottito le sue vite precedenti nell’oblio.
Per questo, per lei, era importante aver trovato Wei. Adesso quelle domande non avevano più senso.
Eriana ripensava a tutto questo, mentre l’avamposto creato sulla Luna veniva attaccato con una violenza inaudita. Il loro compito era tenere le retrovie, mentre l’avanguardia attaccava pesantemente al fronte. Il fronte… dove c’era Wei.
Avevano sottovalutato il pericolo. Le forze dell’Oscurità stesse animavano quei demoni terrificanti. La loro Luce non riusciva a contrastarli. E sì, Eriana aveva ragione.
Questa è una forza di invasione, pensò, e stanno per venire a prenderci.
Nella foga della battaglia, Eriana aveva sconfitto con il suo fireteam un gruppo di quelli che ormai venivano chiamati da tutti “Cavalieri”. Aveva assistito sgomenta quando, con le loro spade avvolte da fiamme verdi e nere, avevano spaccato in due gli Spettri dei Guardiani che avevano osato contrastarli. Ucciderli è stata l’impresa più ardua della sua vita.
Ma Eriana aveva fatto di più. Contravvenendo a ogni regola dell’Ordine del Fuoco Prassico, aveva preso una prigioniera. Il comandante nemico, una forma di vita diversa, fluttuante e in grado di sprigionare oscura energia.
“Il mio nome è Eriana-3, discepola dell’Ordine degli Stregoni del Fuoco Prassico, marchiata dal Sigillo del Cormorano. Siamo giunti fin qui sotto un unico stendardo, uniti in un’armata di migliaia, per reclamare la Luna. Ma la battaglia volge contro di noi. Ho preso una prigioniera e questa è la registrazione della sua interrogazione. Se a vostro giudizio ho trasgredito, vi chiedo perdono.”
Eriana-3, Frammento di Spettro, “Warlock #2”
Cosa sei tu?, chiede Eriana alla creatura. Essa non risponde.
Chi è il vostro comandante?, nessuna risposta.
Eriana dà un’occhiata ad Eris, la sua ex compagna di studi, che l’aveva seguita sulla Luna per l’impresa. Eris materializzò dall’aria un bastone di luce, che iniziò a sprigionare lampi che frizzavano nell’aria. Avvicinò il bastone al volto della prigioniera, tra i fumi neri e le catene che la imprigionavano. Le sue urla erano insopportabili.
Reagisce al dolore, dice, sta urlando un nome. È dentro la mia mente!
COLUI CHE BRANDISCE LA SPADA. IL DIVORATORE DELLA SPERANZA. IL PRINCIPE DELL’ALVEARE!
CROTA!
CROTA!
CROTA!
Eriana emette un rantolo di dolore quando quel nome cerca di penetrarle i circuiti.
Devo bruciarla ancora?, dice Eris.
No, no! Devo raggiungere la sua mente. Spettro, ho bisogno del tuo aiuto.
Sì… sì… dimmi… il tuo nome… sei una maliarda, è così che ti chiamano. Sei vecchia… antica. Godi del tuo potere oscuro… ma dimmi… sei in grado di gioire se spezzo parte della tua mente? No… forse no… e allora parla.
Parla!
Dimmi come posso uccidere questo Crota.
Gli occhi di Eriana si socchiudono a fessura, mentre piomba nel silenzio. Eris comprende… sta viaggiando dentro i pensieri oscuri della maliarda. Le sta facendo vedere qualcosa, forse quello che vuole vedere.
Il mondo del trono…, dice Eriana, del suo trono! Dove… dove si trova questo mondo del crepuscolo sotto l’occhio della stella morta di Crota?
Ma poi Eriana scatta in piedi, gli occhi luminosi spalancati, sbattendo la schiena contro il muro. Porta le mani al viso.
Cosa… cosa è successo? Che cosa hai visto?, chiede ansiosa Eris.
Eriana aveva ripreso il suo solito aspetto di ghiaccio da Exo, o meglio, il distacco del Fuoco Prassico. I pugni chiusi ricadono sui fianchi, lentamente, come se fosse un corpo morto.
Ho… visto…
La sua bocca si muove, ma la voce è distante, come se stesse parlando da un’altra dimensione.
Ho visto Wei Ning.
Eris si avvicina a lei, prendendole le spalle tra le mani.
Ho visto Wei Ning infilzata sulla spada di Crota. Il suo corpo lotta, ma è troppo tardi. Lui la fa scivolare via, poi la prende in una mano e la stritola. L’altra mano indica il suo Spettro. Il fuoco verde… misericordia! Il fuoco verde… avvolge lo Spettro. Lo schiaccia. Lo modella. Diventa una lama, appuntita come un pugnale.
Con quella finisce Wei, conficcandogliela dentro.
La uccide con il suo stesso Spettro e poi la spezza.
Eris indietreggia, scuotendo la testa.
No… Wei…
Ma i LED blu degli occhi di Eriana puntano Eris, decisi.
Non è solo Wei, Eris.
Tutti.
Sono morti tutti.
La maliarda sibila, mentre cerca di liberarsi dalle catene. Eris corre alla radio.
Crota… è arrivato. Migliaia di Cavalieri stanno invadendo il Mare Imbrium. Non capisco Eriana… dicono che il cielo è diventato fuoco verde. Dicono che i Guardiani stanno cadendo a migliaia… sotto una spada che divora la loro Luce! Dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo…
“Uccidi la maliarda. Spargi le sue ceneri. Non ha niente da offrirci, solo bugie.
Prendi il tuo astore. Noi abbiamo la Luce e la furia. Basteranno.”
Eriana-3, Frammento di Spettro, “Warlock #2”
Mentre corrono fuori, tra le urla e i suoni stridenti dell’assalto dell’Alveare, Eriana pensa all’amica che non c’era più.
Sii impavida, le sussurra, perché tu sei il fulmine… e il tuono dopo di esso.
Nessun commento:
Posta un commento